mercoledì 11 gennaio 2012

Un chant d'amour - Recensione

Un chant d'amour Movie Poster
Un chant d’amoure di Jean Genet – Genere: drammatico - Francia, 1950
Due prigionieri in due celle confinanti comunicano attraverso un buco in un muro e cercano di lanciarsi dei fiori da una finestra all’altra. Una guardia li spia dalle loro porte blindate.
Questo è tutto ciò che serve per descrivere i venticinque minuti del cortometraggio Un chant d’amour. Quando ho visto per la prima volta questo lavoro mi sono subito sorpreso nel rivedere messe in scena così tante suggestioni che avevo già potuto ammirare nel posteriore ma splendido Querelle de Brest di Fassbinder. Effettivamente, andando a cercare informazioni per questa recensione, ho visto con grande piacere che questo film è l’unica opera cinematografica di Jean Genet, autore di Querelle de Brest, da cui poi sarà tratto l’omonimo film-culto.
La trama è molto semplice e, come si è visto, può essere descritta in poche frasi. Articolata invece è la struttura della narrazione. I pochi eventi minimalisti che si susseguono nel film sono intervallati da scene di estremo interesse tecnico, perchè rivelano una sottile trama fatta di micro-sequenze che sfumano delicatamente l’una nell’altra grazie anche al particolare effetto di evanescenza donato dal bianco e nero. Sono anche interessanti da un punto di vista contenutistico, perchè rappresentano scene apparentemente “altre” dalla trama principale ma che, se adeguatamente lette, rivelano un gioco di richiami e allegorie tutto da svelare. Un esempio su tutti? La bellissima scena del fumo “a distanza” che sembra simulare (e poi ne avremo conferma) l’atto del bacio. A coronare poi il tutto, in un film dove non ci sono voci, una splendida colonna sonora. Musiche varie, che si innovano di scena in scena e si muovo abilmente sul confine fra un repertorio “classico” e uno dai suoi e dalla atmosfere più tipicamente orientali. Buona anche la fotografia, con delle inquadrature molto riuscite e una serie di primi e primissimi piani sui corpi dei protagonisti davvero ben fatti.
Il film è ben fatto, interessante e piacevole. L’unica nota che mi ha lasciato un po’ perplesso è l’indulgere continuo dell’occhio registico sul corpo e sulla sfera sessuale. E’ vero che nella seconda parte del film questo aspetto viene un po’ meno, andando a stemperare la componente “grottesca” a favore di una più introspettiva ed elegante ma per tutta la prima parte questo sarà un elemento fondante del discorso filmico. Ciònonstante rimane inalterato il mio giudizio sostanzialmente positivo su un film che, per l’epoca in cui è stato girato, rivela un’inedita densità di contenuti e una buonissima tecnica di realizzazione.
VOTO: 8/10

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