mercoledì 11 gennaio 2012

Diario di una schizofrenica - Recensione

Diario di una schizofrenica di Nelo Risi – Genere: psicologico-drammatico – Italia, 1968
Anna Zeno è una ragazza di diciassette anni, malata di schizofrenia. I gentiori, in virtù del loro buon livello economico e dopo aver provato senza successo una miriade di cure diverse, la mandano in cura in una clinica specializzata. Lì la terapeuta Madame Blanche cercherà di curarla comprendendo il suo malessere, anzichè imbottendola di medicine.
Liberamente tratto dall’omonimo romanzo, il film costitutisce un interessante documento degli ultimi anni Sessanta. E’ il dispiegarsi davanti ai nostri occhi della malattia mentale, rappresentata in una forma non eccessivamente spaventosa. Questo perchè non è importante traumatizzare lo spettatore ma rappresentare, nella maniera quanto più realistica possibile, il malessere di Anna, nell’esatta misura in cui anche lei lo prova. L’adattamento del romanzo è quindi ricco di riferimenti alla psicologia (si vede la consulenza scientifica di personalità eminenti del mondo accademico) che, per quanto utili e affascinanti, rischiano di confondere lo spettatore non specialista.
Il montaggio è piuttosto lineare, ma funzionale a una trama che (essendo ben ricalcata dal romanzo) non permette stravaganze o voli pindarici. La fotografia è discreta, ma non eccelle in nessun senso, così come la musica, presente ma piuttosto anonima; diciamo che passa inosservata. Buona invece la caratterizzazione dei personaggi: da una parte abbiamo Anna, continuamente in lotta con sé stessa e il suo malessere, dall’altra abbiamo Madame Blanche, personaggio affascinante e complesso; sicuramente il meglio riuscito della pellicola. Le due si muovono in una dinamica relazionale bidirezionale che ricorda un po’ quella che già decretò il successo di Anna dei miracoli, in tutte le sue versioni. L’aggiunta ulteriore rispetto al classico in bianco e nero che ho citato è una maggiore insistenza su una dialetta pseudo-hegeliana del tipo servo-padrone: non si capisce chi delle due abbia bisogno dell’altra.
Un film che comunque non delude ma che, sicuramente, poteva soddisfare molto di più; peccato. Sicuramente migliore dei 3/4 del cinema italiano attualmente prodotto.
VOTO: 6/10

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