mercoledì 11 gennaio 2012

J'ai tué ma mère - Recensione

J’ai tué ma mère (Ho ucciso mia madre) - Genere: Drammatico – Canada, 2009
Hubert è un giovane diciassettenne che vive con la madre, separata ormai da anni. Il loro rapporto è tutt’altro che pacifico. I due in realtà vivono uno schizofrenico rapporto di amore-odio in un continuo tentativo di amarsi e odiarsi. Ma ci sono molte cose che la madre non conosce del figlio e quando questi piccoli grandi segreti verranno a galla, cosa succederà al loro già fragilissimo rapporto?
J’ai tué ma mère, un delicato e fragile racconto sul conflitto familiare e generazionale. Un conflitto che scuote nel profondo le strutture basilari della nostra società, partendo appunto dalla famiglia. Perchè la famiglia è la base di tutto e in questo caso è la base del malessere di un adolescente e di una madre che, come figuranti di una tragedia greca, sembrano riportare alla luce in salsa contemporanea il mito di Edipo. Non che il film in questione sviluppi la parte incestuosa del racconto, ma la continua ricerca di attenzioni che sfocia continuamente in un odio profondo non può riportare alla mente queste figure. L’unica differenza è che – nel caso filmico – Laio e Giocasta (l’oggetto di odio e quello d’amore) sono entrembi condensati nella madre, che diventa il feticcio a cui attaccarsi.
La storia – brevemente sintetizzata più in alto – si sviluppa tutta su questo entroterra e non concede soste o variationes sul tema. Il montaggio è abbastanza lineare ma ci sono dei momenti molto interessanti in cui musica e immagini si fondono particolarmente bene, creando dei momenti particolarmente piacevoli. Solitamente si tratta però di “pause narrative” e credo che questo sistema, se ampliato anche a momenti più intensi, sarebbe stato più efficace. La musica è piacevole e ci sono degl intermezzi di pianoforte molto interessanti anche se non sempre si legano bene alle immagini. Le interpretazioni sono convincenti, ma non emerge nessun personaggio in particolare. Da segnalare infine i momenti riflessivi di Hubert, contraddistinti dal bianco/nero, che sono una delle parti che mi sono piaciute di più.
J’ai tué è un film piacevole e fresco, interessante e non eccessivamente scontato. Con qualche ingenuità in meno penso che sarebbe potuto riuscire anche meglio ma, comunque, è già un risultato apprezzabile.
VOTO: 7/10

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