mercoledì 11 gennaio 2012

Nickname Enigmista - Recensione

Nickname: enigmista di Jeff Wadlow – Genere: thriller – USA, 2005
Owen Matthews è un ragazzo senza regole ed è stato espulso dalla sua vecchia scuola. Quando arriva al liceo Westlake non rinuncia alle sue cattive abitudini ed entra a far parte del club dei bugiardi, un’associazione di studenti che si diverte a inventare storie, a creare leggende urbane. Con i suoi nuovi amici, Owen decide di portare il gioco al di fuori del campus e diffonde un allarme in rete, dichiarando che un serial killer chiamato Enigmista ha commesso un recente omicidio e sta pianificando di colpire di nuovo.
Sempre per la serie “la generatività del mostro” il titolo di oggi si richiama dal titolo al famoso serial killer Jhon Kramer, portato alla ribalta dalla serie Saw. Un caso, si potrebbe pensare. A mio avviso – invece – la volontà di usare un “marchio” di successo (nel 2005 Saw era appena nato) per attirare ignari spettatori, che speravano di vedere messe in scena nuove trappole di morte sullo stile di Jigsaw. Ma, andiamo con ordine.
Il film non ha (a parte il nome, s’intende) niente a che vedere con la relativamente fortunata ennalogia di Saw e, anzi, se ne discosta decisamente sia per il meccanismo narrativo che per la qualità. La storia di Cry wolf (questo il titolo originale… perchè tradurlo in questo modo assurdo?) è lineare, scontata e piuttosto banale. Non è per nulla eccentrica rispetto alle parabole medie degli pseudo-thriller contemporanei e risulta per essere piuttosto prevedibile. Richiama movimenti narrativi che hanno fatto la fortuna del genere slasher ma li banalizza, anestetizzandoli in una cornice che ne neutralizza gli eccessi. Avremo morti che non sono morti, solo qualche momento di adrenalina subito stemperato in un manierismo troppo buonistico per essere convincente.
La musica è anonima e di certo non si fa ricordare. Si salva la fotografia, non male grazie anche ad alcune ambientazioni molto riuscite. Ho apprezzato abbastanza le scene girate negli esterni del college inglese di giorno, buoni i colori e alcune inquadrature “di spalle”. I personaggi sono dei bozzetti stereotipati e approfonditi al minimo sindacale. Sono tipi e non personaggi. Questo da un lato è funzionale alla dinamica su cui si regge il film ma già nel 2005 era un meccanismo ormai inflazionato.
Un film che non convince, neanche come pellicola di puro intrattenimento disimpegnato e che cade quasi subito nel dimenticatoio. Il richiamo a Saw non fa che peggiorare le cose.
VOTO: 4/10
Il film in una frase: “Evitare i sospetti, manipolare gli amici, eliminare i nemici!”

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