mercoledì 11 gennaio 2012

Porci con le ali - Recensione

Porci con le ali - Genere: film di formazione – Italia, 1977
Tratto dal best-seller omonimo di qualche generazioni fa, Porci con le ali (film liberamente ispirato al libro), eredita la storia di questo romanzo di culto ma si addebita anche svariati difetti. Rocco e Antonia sono due adolescenti che vivono nell’Italia della generazione post-sessantottina. La loro vita trascorre piuttosto monotona e insoddisfacente fino al momento del loro incontro e del loro amore.
Storia piuttosto banale, si dirà. E’ vero, ma le pagine ingiallite di Porci con le ali erano cariche di una sottile e ironica critica sociale che anche a generazioni di distanza dai fatti narrati risultava ancora efficace. Ci si poteva facilmente trasportare con la mente a quei tempi e – ancora più facilmente – si poteva scorgere spunti di attualità nel “diario sessuo-politico” di due adolescenti che si confidavano sui due grandi argomenti dell’epoca: il sesso e la politica. Il sesso cercato morbosamente in ogni situazione, che andava sempre a braccetto con una politica di sinistra fatta da giovani disinteressati a qualsivoglia forma di impegno.
Porci con le ali aveva un senso ed era un romanzo manifesto, per questo era adorabile. Il film omonimo è un fallimento, una brutta copia, quasi uno scimmiottamento. A parte la totale assenza di tecnica cinematografica: non c’è fotografia, la musica è completamente sconnessa rispetto alle vicende, il montaggio è lineare e i personaggi sono macchiette di ciò che vorrebbero o dvrebbero essere. Il problema più grave è che, della carica eversiva e splendidamente anarchica di un romanzo che ha fatto epoca non rimane assolutamente nulla. Il film procede a rilento, e i momenti di dialogo interiore dei protagonisti – che dovevano essere i più interessanti – fanno ridere. Così come fa ridere l’incipit, celeberrimo nel libro, in cui Antonia si masturba in un susseguirsi di termini scabrosi. Disgustoso.
Porci con le ali è un film sbagliato, che risulterà ancora più antipatico a chi – come me – ha apprezzato il romanzo.
VOTO: 4/10

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