domenica 23 giugno 2013

Notorious, L'amante perduta



Notorious, L'amante perduta di Alfred Hitchcock - Genere: thriller - USA, 1946

E' forse eccessivo dire che dopo i thriller di Hitchcock il cinema non ha mai più raggiunto certe vette di perfezione? Forse, ma in questo c'è comunque un fondo innegabile di verità. Notorious ne è l'ennesima conferma: siamo di fronte a un film eminentemente narrativo (non è un caso che Hitchcock venga considerato uno dei padri del linguaggio classico!) ma talmente ben realizzato e pieno di implicazioni e possibilità di analisi che se ne potrebbe parlare per ore (la sterminata bibliografia sull'autore non può che confermare questa impressione). La bellezza di questi film sta proprio nell'orchestrazione generale, che a partire da una costruzione che risulta empatica sino all'inverosimile nei confronti dello spettatore, apre a spazi di riflessione praticamente infiniti.

Così Notorious, tutto basato su una trama noir ben strutturata e su una sceneggiatura molto ben scritta, grazie anche all'interpretazione magistrale degli attori (un sensuale Cary Grant e una Ingrid Bergman che è davvero una dama di cristallo), il film rappresenta una delle vette insuperate della cinematografia statunitense e forse mondiale. A livello linguistico non c'è molto da dire in effetti, ma questa povertà viene profondamente compensata da una serie molto fitta di stimoli sottocutanei che il regista inserisce all'interno delle immagini. Solo per fare un esempio possiamo citare tutta la problematica della figura femminile e del suo ruolo nella costruzione dell'identità e della società, cui si aggiunge in forma di parziale derivazione, il rapporto con la figura della Madre, centrale in Htichcock (Psycho docet) anche per le sue chiare implicazioni di carattere psicanalitico. 

Notorious è il perfetto esempio di un titolo bellissimo, affascinante grazie anche al bianco e nero etereo, nonostante non sia per nulla sperimentale. Si tratta di un film perfettamente inserito in una ben determinata logica produttiva, diciamo pure di consumo, ma entro cui l'autorialità di Hitchcock emerge prepotentemente a livello di tematiche e di sguardi. E' proprio da questi titoli che i cineasti contemporanei dovrebbero ripartire, per cercare di capire che è possibile realizzare un bel cinema di intrattenimento, che è ancora possibile realizzare dei buoni prodotti anche all'interno di una non sempre clemente logica produttiva.
VOTO: 10/10

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