lunedì 17 giugno 2013

L'adolescente



L'adolescente di Catherine Breillat - Genere: drammatico - Francia, 1999

Primo film della regista che ha già trovato spazio su questo blog per il suo controverso A mia sorella. Un lavoro ancora più violento, che amplifica le tematiche affrontate nel lavoro già analizzato raccontandole in maniera ancor più esplicita, precisa e demistificante. Il grande idolo polemico della Breillat rimane la famiglia, intesa come elemento di formazione, ma in un senso profondamente negativo (anche se, in questo film, la considerazione che si ha per la sfera familiare è forse migliore o quantomeno più permeabile rispetto alle influenze delle protagoniste). L'adolescenza, momento di confine per eccellenza, diventa lo specchio epistemologico attraverso cui i personaggi meglio tratteggiati leggono la realtà, ponendosi solitamente in una posizione antitetica rispetto alla police esercitata dal nucleo parentale.

Anche L'adolescente non fa eccezione e mette ancora una volta a tema le dinamiche esplorative di una ragazzina che vive la scoperta dei piaceri e delle perversioni del sesso. E' un grande romanzo di formazione, che però (molto più realisticamente), non edifica ma distrugge, causando il collasso di quel microcosmo sociale che la famiglia ha sempre rappresentato. Di questa istituzione la Breillat mette lucidamente in evidenza le ipocrisie basso-borghesi, i sogni qualunquisti e dozzinali che animano i falsi arrivisti della campagna, tratteggiando un'umanità desolata e lasciata crogiolare nelle sue false speranze.

Da un punto di vista stilistico, L'adolescente si mostra decisamente più riuscita rispetto a A mia sorella. L'impianto compositivo è più libero e, essendo meno intaccato da schematismi consolidati, può permettersi di indulgere in maniera sedotta e quasi macabra sui più oscuri meandri della sfera sessuale, di quel regno delle pulsioni istintuali che la procace Alice vuole conoscere con tanta violenza. In questo la Breillat si rivela una grande esperta, portando ancora una volta in primo piano il lato più carnale e materico del sesso fine a sé stesso (non solo nel senso di non riproduttivo, ma anche di condotto senza sentimento). Nessuna paura quindi nel mostrare gli organi sessuali maschili e femminili nella loro presenza concreta, senza nasconderli dietro quel becero sistema di mascheramenti che il cinema ha sempre studiato a questo scopo. 

I colori lignei e terrosi della fotografia veicolano l'idea di una realtà calda e magmatica, profondamente organica. Di questo film, a parte l'impostazione generale, non si può quindi non apprezzare il coraggio: mostrare nei tardi anni Novanta, con una tranquillità fuori dal comune, lo sperma e gli umori vaginali è un'operazione certamente degna di nota, tanto più quando si riesce a inscrivere in un'opera esteticamente ben riuscita come L'adolescente.
VOTO: 7.50/10

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