mercoledì 5 marzo 2014

The Woman in Black



The Woman in Black di James Watkins - Genere: thriller - Regno Unito, Canada, Svezia, 2011

Daniel Radcliffe, fortunato protagonista della serie cinematografica di Harry Potter, si è trovato nella scomoda situazione di aver creato un'aspettativa attoriale troppo definita nei suoi fan e in generale negli spettatori. Lo stesso vale, ad esempio, per Emma Watson, che abbiamo visto impegnata nel bel Noi siamo infiniti e nel non certo imperdibile The Bling Ring. Ma tornando al protagonista della saga, questo ha portato senza dubbio alla volontà di forgiarsi e provarsi interpretando ruoli molto diversi fra loro e non solo nel cinema. The Woman in Black è il primo film in cui Radcliffe veste i panni di un personaggio non partorito dalla penna della Rowlings e quindi ha il senso di un secondo debutto. Per non fare in modo che il resto della recensione si occupi solamente di questo aspetto (anche se senza dubbio il film ha attirato molto pubblico solo per vedere come se la sarebbe cavata l'attore), dirò subito che secondo me è andata bene: Radcliffe è riuscito a scucirsi di dosso il suo vestito e ha dato prova di qualche buona qualità. Questa non è ovviamente una promozione a priori del film, il quale anzi ha senza dubbio alcuni punti deboli.

Dal punto di vista visivo, però, il lavoro di Watkins è decisamente buono: anche grazie alla bellezza delle scenografie, che riescono a ricreare bene l'idea della campagna inglese dell'epoca, allo spettatore sembra veramente che i fatti abbiano una certa concretezza. Qualche riserva ce l'ho sull'abbigliamento, ma ammetto anche di non essere un esperto di storia del costume, perciò è un elemento che non ho intenzione di prendere in considerazione. Visivamente dunque il prodotto è interessante e la regia sfrutta bene le potenzialità offerte dall'ambiente attraverso inquadrature spesso ampie che esaltano il cromatismo dei luoghi, senza dubbio l'elemento vincente della pellicola.

Il grosso problema di The Woman in Black è secondo me a livello narrativo. Watkins parte da una sceneggiatura non originale che non conosco, perciò non posso valutare il suo lavoro in base alla fonte. In sé e per sé però la sceneggiatura è anche passabile per quanto non originale, ma la resa visiva e drammaturgica di questo intreccio lascia molto a desiderare. Per intenderci manca qui il motore principe di ogni film thriller/horror, cioè la paura. I meccanismi di gestione della suspence sono pressoché inesistenti, con il risultato che il film seppure non noioso finisce con il risultare poco "divertente" e prevedibile. Non che mi aspettassi grasse risate o gag divertenti, ma c'è un modo di intrattenere anche dei film horror (così come esiste per i film sci-fi o per i fantasy) e secondo me il film di Watkins trascura completamente questo aspetto.

Il risultato è quindi abbastanza deludente. Non che il film sia brutto o non meriti di essere visto in senso aprioristico; semplicemente è un prodotto abbastanza inutile e - dati alcuni elementi eminentemente visivi - penso che sia un gran peccato.

VOTO: 5/10 

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