domenica 23 marzo 2014

Snowpiercer



Snowpiercer di Bong Joon-ho - Genere: fantascienza/azione - Corea del Sud, USA, Francia, 2013

Snowpiercer è senza dubbio uno dei film di punta della programmazione cinematografica delle ultime settimane. Film di fantascienza e azione denso di effetti speciali, esaltato dalla critica come uno dei migliori rappresentanti nel suo genere, è stato paragonato addirittura a Blade Runner e Matrix per l'impatto che si pensa potrebbe avere sulle successive produzioni sci-fi. Pur riconoscendo che il film del coreano Bon Joon-ho ha senza dubbio le carte in regola per diventare un capostipite piuttosto fortunato non mi sento di sposare un giudizio così entusiastico. Il film mi è piaciuto, senza dubbio ma non sono del tutto d'accordo coni  giudizi così' sperticati di molti critici. Andando con ordine voglio premettere innanzitutto che il film non è piaciuto proprio a tutti e credo che, un po' come era stato per lo Stoker di Park Chan-wook, gli estimatori puristi o quasi del cinema del Sol Levante potrebbero senza dubbio storcere almeno un po' il naso. Questo perché senza dubbio l'elevatissimo budget per Snowpiercer, che lo ha qualificato come il film coreano più costoso mai realizzato, ha permesso di giocare molto di più su toni americaneggianti anche a livello figurativo e di narrazione, tradendo almeno in parte quel cinema di sensazione e atmosfera che l'Oriente ci ha sempre saputo regalare. Ciònondimeno credo che una serena presa di coscienza della natura di questo prodotto dovrebbe essere sufficiente a evitare che la sua bocciatura diventi uno sterile tentativo isolazionista.

Bong Joon-ho, regista famoso soprattutto per il suo The Host (2006), da non confondere con l'omonimo e più recente film ispirato dagli scritti dell'autrice di Twilight, mette in scena un mondo distopico dove l'azione dell'uomo diventa (come spesso accade) il motore di un inarrestabile meccanismo distruttivo. Nel 2031 i pochi sopravvissuti viaggiano su un treno, sorta di Arca dell'Alleanza, per tentare di preservare la propria specie. Il tentativo del giovane Curtis (Chris Evans, alias la Torcia Umana e Capitan America...!) sarà dunque quello di cambiare le cose, arrivando in testa al treno. Già il nome di Evans dovrebbe dare l'idea del cast stellare o quasi coinvolto nel film: al di là del Vendicatore, che interpreta un personaggio smaccatamente americano, quasi stalloniano e dunque incredibilmente fastidioso, segnaliamo almeno la buona prova di John Hurt, forse non sfruttato abbastanza e la fascinosa interpretazione di Tilda Swinton, vero e proprio fiore all'occhiello del film. Una serie di nomi importanti dunque, che impreziosisce il buon lavoro alla regia fatto dal coreano Joon-ho, coadiuvato proprio da quel Park Chan-wook che abbiamo già citato in precedenza.

Lo stile di Park si fa sentire chiaramente nella scelta dei colori e dello stile di regia. Il cromatismo grigio e pesante è senza dubbio il dato visivo più efficace dell'intero film, sopratutto considerando che esso viene progressivamente a trovarsi in compresenza con tinte diverse a mano a mano che si procede nella scalata al treno. Per il resto, per quanto Snowpiercer sia senza dubbio ben realizzato dal punto di vista tecnico, ci si sarebbe forse potuti aspettare qualcosa di più a livello di sperimentazione, ma è probabile che l'alto budget abbia portato anche ad alcune ingerenze da parte della produzione. Il risultato è dunque un oggetto decisamente concorrenziale e interessante, per quanto forse un po' troppo visivamente legato a stilemi americaneggianti. Anche la costruzione della trama e il ritmo della vicenda, che si dipana su poco più di due ore di durata, reggono abbastanza bene la prova, seppure con alcuni tempi morti che una limatura più attenta avrebbe senza dubbio potuto evitare. 

Per tutti questi motivi Snowpiercer è senza dubbio un film piacevole che vale la pena di guardare anche per la sua capacità di sposare, seppure non sempre in maniera efficace, due diverse modalità di utilizzo dell'immagine filmica. Dal mio punto di vista mi pare che il film di Bong Joon-ho non possa essere paragonato a quello di Scott o dei Wachowski, non essendo riuscito a dire in maniera pienamente convincente qualcosa di nuovo sul genere che indaga. E' pur vero che, fra i molti cloni che ci aspettano nel futuro, qualcosa di interessante potrebbe venir fuori, in mani esperte e forse (paradossalmente?) non americane.

VOTO: 7/10 

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