martedì 25 marzo 2014

Drive



Drive di Nicolas Winding Refn - Genere: drammatico/thriller - USA, 2011

A partire dal visionario e non sempre compreso Valhalla Rising: Regno di Sangue, Winding Refn si è dimostrato uno dei registi più interessanti attualmente in circolazione, cosa confermata anche dal suo ultimo Solo Dio perdona. E' stato però proprio con Drive che il regista ha visto aumentare vertiginosamente le sue quotazioni, a partire dal conferimento del premio alla miglior regia al Festival di Cannes. Premio decisamente meritato, per fortuna, perché Drive è un vero e proprio gioiello della cinematografia contemporanea, un film talmente ben elaborato da destare meraviglia, pur in presenza di una struttura narrativa lineare e fortemente americana. La regia di Refn riesce infatti nell'incredibile impresa di sposare in maniera perfettamente riuscita due registri stilistici e narrativi assolutamente diversi, come quello del dramma romantico (dominante nella prima parte del film) e quello del gangest movie con alcuni momenti abbastanza truculenti (che prende forma a partire dalla manifestazione della minaccia alla vita dei protagonisti).

All'interno di questo doppio sistema narrativo che nel finale tenta una sintesi non del tutto riuscita, Refn sfrutta la buonissima prova attoriale di Ryan Gosling per confezionare un personaggio estremamente affascinante, caratterizzato dalla paradossale qualità di essere incredibilmente profondo e molto poco descritto. Sappiamo molto poco del nostro protagonista (addirittura non ne conosciamo il nome!), ma tanto basta per garantirgli uno spessore più che sufficiente a reggere praticamente il peso dell'intero film. A fare da collante a questa straordinaria interpretazione concorre un comparto tecnico decisamente buono, soprattutto per quel che riguarda la fotografia e le inquadrature: in tutte le scene in auto Refn sceglie punti di vista inusuali che raccontano con efficacia pur senza annoiare; questo garantisce alle scene d'azione (come quella dell'inseguimento dopo la rapina) una buona riuscita tecnica, pur senza rinunciare all'intrattenimento, che pure in questo film ha ovviamente un peso piuttosto limitato. Vero fiore all'occhiello da questo punto di vista è però la colonna sonora, costruita con intelligenza per integrarsi nella trama e favorire, anche attraverso il ricorso a sonorità elettroniche piuttosto ricercate, la definizione delle situazioni e dei personaggi. Meritatissima quindi anche la nomination agli Oscar per il miglior montaggio sonoro.

Seppure in misura minore che nel successivo Solo Dio perdona, mi pare che Refn abbia cominciato a definire già in questo Drive una interessante direttrice d'indagine cinematografica, senza dubbio foriera di approfondimenti e piccoli perfezionamenti, che mi sembra siano stati apportati nel film già citato e recensito su questo blog. In ogni caso Drive rimane certamente un prodotto raro per forza visiva e coerenza narrativa; l'unico punto debole che si può evidenziare è forse proprio l'eccessiva linearità della trama, elemento che però - come dicevo - è stato ampiamente revisionato da Refn nelle sua fatica successiva.

VOTO: 8/10 

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