domenica 30 marzo 2014

Non si sevizia un paperino



Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci - Genere: thriller/horror - Italia, 1972

Che Lucio Fulci sia uno degli autori più amati del thriller all'italiana è assolutamente indubbio. Apprezzato per alcuni lavori anche dalla critica, che comunque non sembra mai avergli tributato le lodi che avrebbe meritato (forse per un disamore pregresso nei confronti del genere o del cinema di genere), ha fatto la sua fortuna presso il pubblico con lavori di indiscusso pregio come Zombi 2, ideale sequel del capolavoro romeriano. Su questo blog ho avuto modo di recensire solo Black Cat, piuttosto bruttino e di certo non adeguato a parlare dell'importanza di Fulci per il nostro cinema. Non si sevizia un paperino è uno dei classici lavori fulciani in questo senso, ritenuto abbastanza mediocre dalla critica (due stelle sul Farinotti) e molto ben riuscito dal pubblico. Nell'impossibilità di stare completamente nel mezzo devo dire che a conti fatti il film è piacevole per quanto non esente da difetti e sotto il profilo formale risponde bene alla necessità di riconoscere al compianto regista romano i suoi meriti.

Scegliendo di ambientare il suo dramma in un retrogrado paesino del Meridione, Fulci compie una scelta originale e azzeccatissima; pur con un'ombra di classismo geografico, questo gli permette di inserire piuttosto bene l'elemento della superstizione magica e popolare all'interno dello sviluppo della vicenda, grazie al personaggio della Maciara interpretata magistralmente da Florinda Bolkan. Gli intenti sociologici, per quanto non forti o preponderanti, sembrano ben presenti e tratteggiati con sicurezza e profondità dalla mano esperta del regista, che articola un discorso visivo coerente fatto di inquadrature ricercate e insistenti piani ristretti sugli occhi che diventano davvero lo specchio della caratterizzazione dei personaggi. Interessante e ben scritto anche il personaggi di don Avallone (Marc Porel), mentre decisamente minoritario appare il contributo del "divo" del cinema di genere italiano Tomas Milian, che qui interpreta un giornalista che per la maggior parte della vicenda se ne sta tranquillamente sullo sfondo.

Solido a livello di sceneggiatura e dialoghi, arricchito da una ricercatezza d'immagine che è propria ai grandi maestri, Non si sevizia un paperino scade inevitabilmente - come molti prodotti a lui assimilabili - quando si fa viva la volontà di shockare il pubblico con effetti sanguinolenti e macabri. Al di là della fattura degli effetti stessi, che dipende anche dall'anno di realizzazione, la necessità quasi fisiologica di scadere nel registro del macabro mi è sempre sembrata inutile e poco funzionale, sopratutto quando il film si regge bene sulle sue gambe come in questo caso. Un lavoro da (ri)scoprire per rendere a un mezzo genio come Lucio Fulci il posto che merita nella storia del cinema italiano.

VOTO: 6.50/10 

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