venerdì 10 maggio 2013

Murder set pieces



Murder set pieces di Nick Palumbo - Genere: thriller/horror - USA, 2004

A parte il nome del regista che ricorda uno dei personaggi dei trailer cinematografici alla Maccio Capatonda, ho deciso di vedere questo film dopo che il sito di cultura popolare Complex lo ha inserito nella classifica dei cinquanta film più disturbanti della storia del cinema. In effetti siamo di fronte a un'opera - per citare la locandina - shockante, orrorifica e controversa. A mio modesto parere si tratta di un film colmo di elementi interessanti che però è viziato da diversi errori piuttosto importanti, che ne compromettono la qualità complessiva.

Anzitutto la trama, molto semplice e per nulla originale (tanto da poter essere riassunta bene in una puntata di Criminal minds o simili per capirci) ha dei paurosi vuoti narrativi, nel senso che le situazioni presentate sono inverosimili e a volte illogiche; questo rende tutta la costruzione molto fragile e costituisce un primo importante elemento di debolezza del film. Sarebbe stato molto più saggio (ed è una scelta che a tratti sembra venire ventilata dalla regia) rinunciare completamente all'apparato diegetico arrivando a confezionare qualcosa di simile al già recensito The bunny game. In questo caso si sarebbero potute facilmente sacrificare le strutture della credibilità narrativa. 

Montaggio attento e fotografia nel complesso discreta accompagnano la discesa dello spettatore nel delirio femminicida del protagonista. Molto belli gli intermezzi psicologici che, quando non risultano didascalici e prevedibili, rappresentano probabilmente la parte migliore di tutta la pellicola. Non siamo certo di fronte a un film di sensazioni, il sangue abbonda e le situazioni sono spesso disturbanti per lo spettatore, ma è comunque piacevole vedere che anche in questo marasma di sangue gratuito (o quasi) c'è spazio per un po' di riflessione estetica.

Alcune scene però sono decisamente inutili, mal realizzate e piuttosto ridicole: su questa linea vanno lette la sequenza della rapina alla videoteca per adulti (incommentabile per realizzazione, qualità dello scambio dialogico e credibilità dell'interpretazione complessiva) e il finale, veramente banale e prevedibile, nonché molto televisivo. Al di là di questo un altro elemento interessante non pienamente sfruttato dal regista è quello fotografico, che avrebbe potuto essere utilizzato per innescare una riflessione sullo statuto dell'immagine cinematografica alla Blow up, con l'aggiunta che in un film così disturbante tutto sarebbe stato amplificato al massimo.

Murder set pieces è insomma un film decisamente disturbante, che sebbene non sia spiacevole, delude parzialmente dal momento che avendo posto delle buone basi, ci si sarebbe aspettati fosse di una qualità generale migliore.
VOTO: 5/10

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