domenica 19 maggio 2013

I fiumi di porpora 2: Gli angeli dell'Apocalisse



I fiumi di porpora 2: Gli angeli dell'Apocalisse di Oliver Dahan - Genere: thriller - Francia, 2004

Dopo la prova quasi discreta del primo episodio diretto da Kassovitz, recensito qualche settimana fa, vorrei portare l'attenzione sul sequel del film, questa volta diretto da Oliver Dahan (autore fra l'altro de La vie en rose), con Jean Reno ancora una volta nei panni del commissario e docente di criminologia Pierre Niemans. Anche in questo caso si tratta di un lavoro per certi versi abbastanza originale per l'anno di produzione, che evidenzia ancora di più la componente escatologica (elemento che, a mio avviso, avvicina molto i due Fiumi di porpora al successivo Il codice da Vinci). 

Accentuazione dei richiami millenaristici al testo dell'Apocalisse di San Giovanni caratterizzano in particolare un film che, non fosse per questo, apparirebbe grossomodo identico al suo capostipite: ancora una volta Reno è affiancato da un giovane ufficiale di polizia che si diverte in scazzottate con i cattivi di turno; peccato che Cassel fosse almeno un attore migliore; Benoit Magimel invece è anonimo, didascalico e assolutamente eclissato da tutti gli altri personaggi del film. Su tutti infatti (anche sul protagonista) svetta giustamente Cristopher Lee, che anche in questa pellicola interpreta il ruolo dell'antagonista (come sempre nella sua carriera, dal Conte Dracula al Conte Dooku de L'attacco dei cloni), anche se nel caso specifico la sua grandezza oscura avrebbe potuto essere sfruttata molto meglio. 

Detto questo, cioè appurato che la componente teologica è abbastanza ben rappresentata, rimane quasi il nulla da precisare. Non è che il film in sé sia noioso, anche se sul finale l'attenzione scema un po' e tutto si traduce nel classico repertorio da film d'azione americano. Il problema, già ampiamente ventilato nel primo episodio, è un'impostazione della storia decisamente troppo televisiva, che incappa spesso nei tipici cliché dei  telefilm polizieschi Mediaset (non è per forza un male, ma qui si parla di cinematografia). 

Non vale la pena spendere troppe parole quindi sui buchi narrativi o sui salti logici abbastanza pesanti, perché nell'ottica di un prodotto proto-televisivo, questo appare in una qualche misura insito nel tessuto stesso delle immagini. Il problema è che gli elementi positivi del primo film e le buone carte in tavola che c'erano in teoria (i riferimenti all'Apocalisse e la presenza di Cristopher Lee), potevano essere sfruttati decisamente meglio. Il risultato non è da buttare via del tutto, ma risulta comunque estremamente mediocre.
VOTO: 4.50/10

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