giovedì 1 maggio 2014

Il mio vicino Totoro



Il mio vicino Totoro di Hayao Miyazaki - Genere: animazione - Giappone, 1988

A volte è sorprendente pensare che, in una società che si vorrebbe globalizzata, dominata dai flussi e nella quale ogni informazione e ogni testo parrebbero essere immediatamente reperibili, un film dei tardi anni Ottanta abbia dovuto aspettare più di un decennio per essere presentato in Italia, nei primi anni Duemila. Questo dovrebbe suscitare una riflessione collettiva sul fatto che i film che possiamo ritenere grandi capolavori perché hanno cittadinanza nei nostri cinema in realtà nascondono un sottobosco di titoli, spesso ben più gustosi, che non arrivano sui nostri schermi. Detto questo, voglio precisare che non sono fra gli estimatori sperticati di Miyazaki, pur avendo visto e apprezzato i suoi lavori più noti (La città incantata in primis). Questo non a causa di un qualche demerito artistico ma semplicemente perché il mio gusto mi induce ad apprezzare di più produzioni forse meno liriche (vedasi Akira). 

Detto ciò, ho comunque deciso di approcciarmi a Totoro perché è stato ben apprezzato dalla critica e dal pubblico, oltre che per colmare le mie lacune nella filmografia di uno dei migliori interpreti dell'animazione giapponese. Posso dire sinceramente di essere molto felice della mia scelta. Con grande sensibilità e un lirismo impensabile per un occidentale (o almeno per la maggior parte di essi), Miyazaki è riuscito a raccontare una storia che, per quanto narrativamente piuttosto debole, si fa ricordare con piacere e tenerezza dagli spettatori. Questo perché nel film il regista sposa perfettamente un realismo concreto nella rappresentazione della vita dei protagonisti con la grande libertà inventiva che anima le sue creazioni (lo stesso Totoro, il bus-gatto che pare una citazione piuttosto palese di Alice e i "corrifuliggine" ne sono un chiaro esempio). 

Questi mondi paralleli ma comunicanti grazie alla capacità che le due piccole protagoniste di vederne le interconnesioni si uniscono poi nel finale, dove la ricerca di Mei da a Miyazaki la possibilità di liberare la sua vena creativa in un crescendo di fantasia molto accattivante e dal quale non sono accantonate le derive emozionanti. Per quanto Miyazaki intraprenda una strada fortemente diversa rispetto all'animazione americana (penso ovviamente alla Pixar e alla sua impaginazione della storia dove le figure digitali sono trattate e considerate come corpi attoriali veri e propri), la sua semplicità disegnativa e drammatica risulta forse vincente sotto il profilo dei sentimenti. 

Nel complesso Il mio vicino Totoro è un film decisamente interessante, snobbato all'epoca della sua uscita ma che credo andrebbe recuperato per il profondo lirismo che ne permea le immagini. Gradevolissima anche la colonna sonora.

VOTO: 7.50/10 

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