mercoledì 21 maggio 2014

La stirpe del Male



La stirpe del Male di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett - Genere: horror - USA, 2014
 
Ho precisato con una certa forza della recensione di Cloverfield appena pubblicata come io trovi tutto sommato piuttosto fastidioso il ricorso insistente e poco ragionato allo stile mockumentary con camera a mano. Molto spesso infatti, per riprendere il filo del discorso, capita che questa scelta si riveli soltanto un adeguamento alla moda del momento e non si porti dietro nessuna forma di ragionamento sulla natura dell'immagine. Per intenderci, secondo me è travisante e sbagliato considerare la ripresa amatoriale come una cornice neutra da appiccicare all'immagine: se si fa una scelta di questo tipo la si deve portare fino in fondo, agendo sul supporto dell'immagine stessa e usandola come sito di un'azione attiva. Se già in Cloverfield il risultato mi era parso tutto sommato semplicistico e poco studiato, La stirpe del Male è - da questo punto di vista - un autentico disastro.
 
Per quanto la giustificazione della camera a mano sia più plausibile di quanto non accada nel film sopraccitato, il risultato è di una banalità sconfortante. Ne consegue un film che non si prende la briga di abbracciare nessuno stile e fa della telecamera amatoriale un oggetto privo di qualsiasi identità, che serve solo a marcare uno stile (à la R.E.C.), che in realtà viene costantemente negato dallo sviluppo stesso del film. Questo, torno a ripeterlo, tradisce una assoluta incapacità di ragionare sull'immagine e traduce la scelta in un mero espediente commerciale. Se il problema de La stirpe del Male fosse solo questo, il risultato complessivo sarebbe certo insufficiente ma più o meno assimilabile a Cloverfield. Purtroppo, le difficoltà non si limitano a questo punto e permeano l'intero prodotto degli esordienti (?) registi americani.
 
La trama ripete senza troppe variazioni quella di Rosemary's baby, semplificandola di tutte le problematizzazioni così innovative che Polanski aveva saputo dare alla sua opera. Appiattendo completamente tutti i personaggi ci si sarebbe potuti aspettare quantomeno una successione di scene truculente, che però sono state sistematicamente evitate; mi spiego: anche Polanski sceglie di non scadere nel grottesco e nel suo caso è una linea vincente. La coppia Bettinelli-Gillett invece non intraprende nessun percorso di sviluppo della trama, che rimane ancorata a un blando intreccio piuttosto scontato.
 
La stirpe del Male è dunque un film assolutamente sconsigliato, senza fantasia e privo di qualsiasi elemento interessante. Uno dei molti, moltissimi titoli che purtroppo ammorbano le nostre sale.
 
VOTO: 2/10 

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