lunedì 19 maggio 2014

Una commedia sexy in una notte di mezza Estate



Una commedia sexy in una notte di mezza Estate di Woody Allen - Genere: commedia - USA, 1982

Il genio creativo di Woody Allen è sempre stato molto, forse troppo prolifico: la sua filmografia è sterminata e in quest'ultimo periodo è riuscito a proporre un film all'anno fino al suo ultimo Blue Jasmine, premio Oscar di quest'anno. Già nel 1982, comunque, Una commedia sexy in una notte di mezza Estate veniva girato addirittura in contemporanea al già recensito Zelig, a riprova che il desiderio cinematografico di Allen spesso sconfina - mi pare - con la patologia. Comunque mi pare ormai risaputo che io apprezzo particolarmente questa "prima" fase della produzione alleniana e tendo a ritenere gli ultimi lavori un po' meno riusciti (ma non ho ancora visto l'ultimo, quindi la partita è ben aperta!). E' quindi con un po' di delusione che devo ammettere che il qui presente film, primo del sodalizio con la Farrow, sempre e comunque splendida, non è riuscito a conquistarmi come gli altri. 

Ho amato film come Prendi i soldi e scappa per il loro sapore sagacemente assurdo, umoristico fino al parossismo e debitore quasi dell'eredità screwball. Allo stesso tempo ho saputo apprezzare i grandi capolavori della seconda metà degli anni Settanta (Io e Annie e Manhattan - per me il migliore) per il disincantato cinismo, più sofisticato e intriso di una profonda capacità d'analisi dell'animo umano. Una commedia sexy, invece, pur mantenendo inalterati alcuni degli elementi che hanno fatto grande lo stile di Allen, come la ripresa a volte quasi decostruttiva dell'eredità bergmaniana, mi sembra un prodotto insipido e privo dell'autosufficienza degli altri titoli. Pur rimanendo in presenza di un prodotto tutto sommato gradevole, con delle indubbie qualità, il risultato complessivo non mi convince.

A partire da un intreccio piuttosto classico, che più che altrove si palesa debitore della grande stagione della commedia all'americana, l'intreccio si sviluppa attorno a una successione peraltro piuttosto lineare di equivoci e occasioni mancate, sempre sotto il segno dell'erotismo ma con la mancanza quasi completa di quella freschezza e agilità inventiva che ha fatto di Allen ciò che è. Anche il carattere allegramente nevrotico dei suoi personaggi e in particolare del suo alter-ego, un bizzarro inventore, risulta in fin dei conti notevolmente ridimensionato e tanto basta a tarpare le ali al frizzate umorismo che tanto mi ha fatto amare questo autore. Risollevano in parte il giudizio alcuni piccoli dettagli, come le gustose citazioni metacinematografiche che strizzano l'occhio, per nulla sottilmente, alla tradizione della lanterna magica. Un Allen piuttosto deludente, ma in fin dei conti ancora godibile.

VOTO: 6/10 

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