venerdì 16 maggio 2014

Fargo



Fargo di Joel e Ethan Coen - Genere: thriller - USA, 1996

Fargo è senza dubbio uno dei film più noti dei fratelli Coen, osannato dalla critica e apprezzatissimo dal pubblico, si è aggiudicato (giustamente) un premio alla miglior regia al Festival di Cannes e ben due premi Oscar. La forza del film, che mi è decisamente piaciuto anche se devo ammetterlo non mi ha conquistato completamente, sta nel fatto di essere assolutamente innovativo per l'epoca, con una capacità straordinaria di precorrere i tempi, che si esprime nella libertà di alcune scelte registiche e nella complessità della sceneggiatura, firmata dai registi medesimi. William Macy (da me già apprezzato nei panni di Arbogast nel remake vansantiano di Psycho), ad esempio, interpreta un personaggio di una complessità e bellezza disarmanti, un vinto assoluto che ordisce suo malgrado la catena di eventi che si sviluppano nel film a partire da un motore per la verità piuttosto banale. Sì, perché Fargo riesce a reggersi magistralmente su un registro che, pur impreziosito dalla capacità registica e dalle ottime performance, non esorbita di troppo dal canovaccio standard del thriller medio. 

Se tutto si limitasse a questo però potremmo facilmente dimenticarci di questo film, per quanto apprezzabile. Mi pare invece che la sua grande caratteristica sia quella di non prendersi troppo sul serio, vale a dire di offrire tutta una serie di situazioni paradossali o perfino umoristiche, perfettamente cucite all'interno della trama degli eventi. Ad esempio la grottesca fuga della signora Lundegaard nel bianco algido delle spianate del Minnesota, dove la poverina si ritrova a rantolare in preda al panico, è completamente assurda e allo stesso tempo geniale. L'incongruenza ricercata di questi siparietti mi pare che prema sui margini della struttura e la apra inaspettatamente a dei piccoli lampi di genio, che costituiscono la vera e propria cifra di questa pellicola.

Il risultato complessivo è dunque doppiamente interessante, perché Fargo riesce a presentarsi come un film apparentemente conservatore, rassicurante e familiare, ma al tempo stesso a imporsi per la forza di alcune scelte particolarmente felici da molteplici punti di vista. Tutto sommato un film che mi sembra doveroso consigliare per il suo essere bello e divertente, anche se mi duole ammettere che non rientra nel novero delle pellicole che mi porto nel cuore.

VOTO: 7.50/10 

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