lunedì 5 maggio 2014

Bronson



Bronson di Nicolas Winding Refn - Genere: drammatico/grottesco - Regno Unito, 2008

La grande stima che nutro per Nicolas Winding Refn, quest'anno membro della giuria di qualità a Cannes, e la bellezza dei suoi ultimi lavori (Solo Dio perdona, Drive etc.), mi hanno convinto a recuperarne le precedenti lavorazioni, per apprezzare lo sviluppo della sua poetica e confermare la mia impressione, secondo cui il regista danese è uno dei migliori interpreti del grande cinema contemporaneo. Bronson, biopic dedicata al "più pericoloso criminale inglese", pur non avendo soddisfatto appieno le mie aspettative, si qualifica come un film dal forte spirito intrattenente e che mostra chiaramente i prodromi di un netto miglioramento stilistico intercorso nelle successive produzioni di Refn. Scegliendo di affrontare il genere biografico Refn sarebbe potuto facilmente cadere in tutta una serie di stereotipi visivi e drammatici che avrebbero interamente compromesso la godibilità della sua opera, infarcendola di cliché troppo spesso buonisti e scontati. Per fortuna non è stato così.

Da quel che mi è dato capire del personaggio protagonista, perfettamente interpretato da Tom Hardy, posso infatti affermare che la scelta di Refn di incorniciarne la vicenda entro una struttura teatrale ai limiti del grottesco, dove l'uso del corpo e dell'overacting costituiscono una scelta eccezionalmente valida, è stata vincente. La prospettiva adottata permette di giocare molto più liberamente con i piani narrativi, enfatizzando i momenti smaccatamente umoristici del personaggio di Bronson pur senza sacrificare la forza delle immagini e quell'amore per il corpo ferito che sembra accompagnare Refn dai tempi di Valhalla Rising (primo suo film che mi è stato dato di vedere). Tutto sommato, pur in presenza di alcune perplessità per quanto riguarda l'impostazione e il ritmo del racconto, la perfetta interpretazione offerta da Hardy da un corpo del tutto rispettabile a questa atipica biografia cinematografica, che riesce a sfruttare in maniera valida ma non ancora perfettamente calibrata (come sarà invece nei film successivi) la visionarietà immaginifca di Refn.

Un film che ambisce chiaramente a qualcosa di più, ma non riesce a raggiungere del tutto il suo scopo. Rimane in ogni caso un titolo dalla forte carica intrattenitiva e che presenta in nuce molte delle qualità che si possono apprezzare nei film più curati di Refn.

VOTO: 6.50/10 

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