domenica 18 maggio 2014

Intruders



Intruders di Juan Carlos Fresnadillo - Genere: thriller/horror - Spagna, Regno Unito, 2011

Dopo aver diretto il non completamente riuscito sequel di 28 giorni dopo, Fresnadillo si è preso quattro anni di pausa, prima di tornare sulle scene con Intruders, film snobbato dai cinema italiani e giunto nel belpaese soltanto attraverso la distribuzione DVD. Per fortuna; sì perché il film - fiasco colossale costato 13 milioni di dollari e che ne ha incassati solo 3 in tutto il mondo - si presenta sin da subito come l'ennesimo film situato al crocevia di diversi generi che, pur con qualche idea interessante, finisce col risultare anonimo e poco studiato. In questo caso, la presenza fantasmatica di "Senzafaccia", essere inquietante che si muove piuttosto agilmente fra i due piani della narrazione (che, sul finale, si ricongiungeranno), regala al film un atmosfera piuttosto strana, sospesa fra il thriller, l'horror psicologico, l'horror di possessione, sconfinando pericolosamente perfino nei territori dello sci-fi. Questo, come solitamente accade, diventa il simbolo di una elevata sterilità creativa, o il segno tangibile dell'incapacità del regista di far prendere al suo lavoro una strada ben precisa. 

Pur non essendo a mio avviso particolarmente spiacevole sotto il profilo visivo, Intruders sceglie anche in questo caso la via della sicurezza, rifiutando di osare e proponendosi dal punto di vista tecnico come un film piuttosto anonimo quando non scolastico. Forse dieci anni fa questo non sarebbe stato necessariamente un male, ma considerando la quantità di prodotti che vengono riversati costantemente sul mercato e la pregnanza di alcune scelte estetiche sviluppate negli ultimi anni, nonché le condizioni dell'offerta e della fruizione attuali, mi pare che sia sempre necessario giocare le proprie carte con coraggio, rischiando di intraprendere anche una strada sbagliata. Nel caso di Intruders invece, i personaggi si ripiegano su ruoli ben consolidati della tradizione statunitense, a cui evidentemente Fresnadillo è molto debitore (Clive Owen in particolare è l'ennesimo mimo di una specie di personaggi partoriti a partire dal già non originalissimo Willis de Il sesto senso). 

Complessivamente, per il mio gusto, un film assolutamente senza sapore che pur non essendo completamente sbagliato risulta perdente sotto ogni punto di vista per la mancanza di un qualsiasi timbro stilistico. 

VOTO: 4/10 

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