domenica 11 maggio 2014

Gioventù bruciata

 

Gioventù bruciata di Nicholas Ray - Genere: drammatico - USA, 1955

E' probabile che quando Gioventù bruciata uscì nelle sale americane gli spettatori furono in qualche modo sconcertati. In una ripresa molto stretta sul protagonista ma con elevata profondità di campo, mentre i titoli di testa scorrono su una musica trionfalisticamente hollywoodiana, un ubriaco James Dean cincischia con oggetti di poco conto, fra cui un giocattolo. Una busta di carta (oggetto anche questo stereotipicamente hollywoodiano), stride con il vestito elegante di Jim. Pochissimi film prima di allora, forse nessuno, avevano raccontato in questo modo il proprio eroe, entro un sistema produttivo ancora fortemente legato ai modelli della Hollywood classica dove il divo era forte anche quando era una parodia di sé stesso. Gioventù bruciata, insieme a una manciata di altri film (Fronte del porto e sicuramente La valle dell'Eden, con lo stesso Dean), hanno contribuito a mettere in seria discussione questo sistema, aprendo la strada a uno svecchiamento dei modelli retorici dell'industria cinematografica americana. 

Ed ecco che uno straordinario James Dean, accompagnato dalla performance recitativa altrettanto eccezionale dei suoi compagni di avventura Nathalie Wood e Sal Mineo (entrambi morti, come lo stesso Dean, in circostanze tragiche e sospette), diretto dall'audace macchina da presa di Ray, riesce a raccontare un'America ancora buonista ma indebolita nelle sue convinzioni, nella quale i giovani mettono in discussione il sistema di valori dei padri e più in generale della famiglia (cosa che almeno in parte era stata fatta, seppure in tono vivacemente scherzoso, dalla commedia americana classica, s'intende).Tutto si svolge in una notte, seguendo un modello ancora fortemente legato al continuity script ma già foriero di un'aria nuova: la scelta dei piani di ripresa ma soprattutto l'impostazione della sceneggiatura sembrano preludere alla stagione degli eroi deboli della Nuova Hollywood (Taxi Driver, Easy Rider), anche attraverso la rinuncia al fittizio happy ending a cui praticamente tutto il cinema classico ci aveva abituato.

Più ancora di Jim dunque è il personaggio di John a diventare il simbolo di una generazione che ha perso, dopo l'esperienza traumatica della guerra, i punti di riferimento per orientarsi nel mondo e - non potendo più contare su quelli tradizionali incarnati dalla legge del padre - decide di costruirsene di propri, anche a costo di sfidare le autorità costituite e con il rischio ben presente che il proprio sogno di felicità si trasformi in tragedia. Gioventù bruciata, oltre ad avere una innegabile importanza storica, è dunque un film che ancora oggi si lascia guardare con grande piacere e che non sembra sentire il peso dei propri anni. Il che è certamente la conferma che il cinema di qualità non invecchia, o forse che acquisisce sempre nuove possibilità proprio col passare del tempo.

VOTO: 10/10 

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