martedì 27 maggio 2014

Oculus



Oculus di Mike Flangan - Genere: horror - USA, 2013

Devo ammettere che quando ho cominciato a sentire il trailer di questo film in radio, mi è sembrato subito una grande presa in giro, l'ormai classico film horror d'ascendenza paranormale che probabilmente avrebbe deluso più o meno tutti. Poi, per qualche settimana, non mi è più capitato di sentirne parlare se non da uno youtuber piuttosto noto che per l'appunto ne tesseva gli elogi e si dichiarava stupito di come il risultato finale lo avesse ben impressionato. Così, quando dopo qualche tempo, mi è capitato di poterlo vedere, ho deciso di accantonare i miei pregiudizi e di gettarmi nella visione di questo lungometraggio di Mike Flangan (regista di cui - ammetto - non avevo mai sentito nulla; girando su internet però mi pare che questo non sia solo un mio limite). Per una volta, pur in presenza di un prodotto di genere che sembrava decisamente poco promettente, posso dire non senza soddisfazione di essere rimasto piacevolmente colpito dalla proiezione di Oculus.

Contro ogni aspettativa, almeno per quanto mi riguarda, la scrittura è molto valida e anche dal punto di vista tecnico i risultati raggiunti sono notevoli. Per quanto riguarda il primo aspetto Oculus propone una narrazione articolata su due livelli temporali che si richiamano continuamente l'uno con l'altro, permettendo un passaggio molto efficace e fortemente evocativo dal livello del ricordo a quello dell'esperienza dei protagonisti. Questo ecamotage, al di là di un prologo piuttosto nebuloso che non permette di comprendere a pieno la vicenda (ma che pure non fonda in maniera forte il meccanismo della suspense), dà per tutta la pellicola buoni risultati e mantiene viva l'attenzione per una vicenda altrimenti certo non originalissima. Il tutto si traduce dal punto di vista compositivo in un uso sbrigliatissimo e quasi ipercinetico del montaggio, che diventa il mezzo privilegiato per passare in maniera fluida e capace attraverso i piani temporali coinvolti. L'uso intelligente di questo mezzo salva anche in questo caso una fotografia e una composizione non certo imperdibili e di questi tempi è già un risultato da considerare.

Nel complesso Oculus è un film di genere ben fatto che, pur non avendo elevatissime pretese, fa il suo lavoro e intrattiene efficacemente con un buon ritmo e un interessante comparto tecnico. Se si volesse continuare su questa strada è probabile che per migliorare si dovrebbero scegliere sceneggiature meno inflazionate e spingere ancora di più sul lato visivo, arrivando a lambire i confini della sperimentazione.

VOTO: 6/10 

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