domenica 20 aprile 2014

Sinister



Sinister di Scott Derrickson - Genere: horror - USA, 2012

L'analisi di Sinister, film partorito dal genio creativo di Scott Derrickson (regista di non più di una manciata di film, fra cui l'improponibile Hellraiser 5 e il certamente più riuscito L'esorcismo di Emily Rose), conferma una delle tendenze condivise dal cinema contemporaneo sotto il profilo commerciale, che si applica soprattutto nel caso del cinema horror/thriller (oggi giorno la demarcazione mi sembra diventata molto sfumata...). Mi riferisco all'idea per cui un prodotto di successo (ovviamente al botteghino, non alludo alla qualità estetica!), debba dettare legge per gli anni a venire. Nel caso in esame  è singolare notare come i produttori siano gli stessi di Insidious, film dal quale Sinister copia in maniera evidente tanto l'impostazione drammatica quanto parte dei topoi. Si dirà che questo si è sempre fatto, ed  è assolutamente vero. Ma se negli anni Settanta/Ottanta i filoni di film-cloni nascevano da prodotti abbastanza validi sotto il profilo tecnico, nel nostro caso la situazione è ben diversa; già Insidious infatti era quello che si potrebbe tranquillamente definire un film di bassa lega. 

A partire dall'ormai trita e ritrita idea della casa infestata, Derrickson mette in piedi una trama debole che arriva a scomodare addirittura antiche divinità babilonesi, palesatesi nel nostro secolo con sembianze piuttosto ridicole. Al di là della assoluta inconsistenza dell'intreccio, però, bisogna dire che qualche merito il film ce l'ha, soprattutto sotto il profilo visivo. La regia è decisamente buona e l'impaginazione delle immagini è ben studiata e interessante; inoltre, questo è poi l'aspetto che mi pare più importante, Derrickson tenta di proporre, nelle sequenze in cui il suo protagonista visiona i misteriosi Super8 trovati in soffitta, alcune riflessioni di carattere metacinematografico. Il risultato è senza dubbio non centratissimo, ma lo sforzo è certamente apprezzabile, soprattutto di questi tempi. 

Ethan Hawke, attore di lunga carriera già visto ne La notte del giudizio, si trova qui costretto a interpretare la parte assolutamente stereotipica dello scrittore in fallimento col pallino per gli omicidi che, proprio guardando le immagini (à la Blow out, potremmo dire se non temessimo di stare formulando un'eresia), scopre l'intrigo del sopraccitato demone mesopotamico. Peccato che il suo ruolo lo costringa a recitare in una maniera assolutamente piatta e decisamente poco convincente. Sinister, insomma, è un film che non convince, al di là di alcuni innegabili meriti tecnici sotto il profilo della regia e della fotografia. I toni trionfalistici col quale la critica non professionistica (leggasi il pubblico) lo hanno accolto, sono decisamente fuori luogo. 

VOTO: 5/10 

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