martedì 11 febbraio 2014

The Blair With Project



The Blair Witch Project di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez - Genere: thriller - USA, 1999

I motivi per cui riprendere in mano il fortunatissimo film di Sanchez e Myrick sono molteplici. Il principale è senza dubbio la sua pervasività: un'analisi neanche troppo accurata della produzione di genere dal 2000 ad oggi non potrà non confermare che, se nella prima parte dello scorso decennio, a tenere banco nei film horror sono stati soprattutto gli stilemi mutuati dai capolavori di Nakata, è fuori discussione che dalla metà degli anni zero in poi le caratteristiche formali di The Blair Witch Project hanno generato un vero e proprio stile horror unificato, per quanto spesso utilizzato in prodotti di dubbia qualità. Senza Blair non avremmo avuto Paranormal Activity, R.E.C. etc; forse sarebbe stato meglio, ma non è questa la sede per deciderlo. Non va poi neanche sottovalutata la genialità sottesa a un prodotto del genere: grazie all'impiego di una strategia promozionale virale che per la prima volta o quasi ha utilizzato le potenzialità offerte da un sistema mediale convergente, i realizzatori del film non sono solo riusciti a guadagnare una cifra assolutamente incredibile di denaro (soprattutto se commisurata ai costi di produzione) ma - obiettivo ben più ambizioso - sono riusciti per un po' a far credere che ciò che si vede nel film fosse realmente accaduto. Non è niente di paragonabile all'ondata di panico collettivo causata dallo Welles de La guerra dei mondi, ma considerando l'epoca già disillusa in cui Blair è stato prodotto, il risultato merita la giusta attenzione.

Fin qui tutto bene. Lo stile del film è ovviamente in presa diretta, la qualità delle immagini è imprecisa, scarsa, tremolante; segue insomma tutte le caratteristiche tipiche della ripresa a mano. Interessante anche notare come un film del genere contenga verità profonde sul cinema e sul suo significato: i riferimenti potrebbero essere molteplici, ma basterà ricordare come con una semplicità di mezzi disarmante Myrick e Sanchez siano riusciti a rendere visibile il famoso fuori quadro di Aumont, proprio perché in un prodotto come questo non c'è nessuna distinzione (o quasi) fra produzione e fruizione. Il problema di fondo che ritrovo nel film è sostanzialmente di ritmo. Intendiamoci; ho apprezzato molto che i registi si siano sforzati in tutte le maniere di non visualizzare la minaccia che opprime i tre protagonisti, forse anche per questioni di budget, ma l'estremismo produttivo di questa pellicola segna in un certo senso il suo limite: l'estrema amatorialità del tutto ne rende quasi indecidibili le sorti. Il risultato è paradossale, perché un film pensato come una trovata commerciale e promosso come tale finisce con lo sconfinare nel film-saggio che non riesce assolutamente a intrattenere. 

Forse in tutto questo c'è un che di geniale, ma io non ne sono del tutto convinto. Rimane il fatto che si tratta di un lavoro interessante proprio perché nel '99 si trattava di una novità assoluta, ma che non mi convince appieno. Certamente da vedere per chi vuole cercare di capire da dove si origina la direzione imperante dell'horror attuale. Mi chiedo se in Blair si possa trovare anche un punto di ripartenza, dato che ormai si sente da qualche anno il bisogno di una novità forte in materia. 

VOTO: 5.50/10 

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