domenica 23 febbraio 2014

Cantando sotto la pioggia



Cantando sotto la pioggia di Stanley Donen e Gene Kelly - Genere: musical - USA, 1952

Capolavoro assoluto del genere musical e film quotatissimo da Mymovies, con lo straordinario risultato di 4.9/5, Cantando sotto la pioggia è senza dubbio uno dei lavori che più di tutti segnano l'epoca d'oro di Hollywood, con le sue contraddizioni e le sue caratteristiche formali. All'interno di una struttura drammatica piuttosto prevedibile, com'era caratteristica delle produzioni dell'epoca, il film della coppia Donen/Kelly si caratterizza soprattutto per la presenza di una dinamica interessantissima fra i meccanismi della linearità classica e i prodromi di una insorgenza antitrasparente che porterà, nel giro di dieci anni e dietro gli impulsi provenienti dall'Italia (Neorealismo) e dalla Francia (Nuovelle Vague) al sorgere dello stile cosiddetto moderno. In particolare nella composizione dei bellissimi numeri coreografati, Cantando sotto la pioggia propone - all'interno di un meccanismo strutturale ben definito - dei momenti di discontinuità che si ricollegano, per un certo gusto nella disposizione delle forme, ad alcune esperienze delle Avanguardie storiche (cosa notata molto sagacemente da Federico Vitella nel suo libro sullo sviluppo delle forme di montaggio). 

Ma la grande genialità di Cantando sotto la pioggia, il motivo per cui probabilmente si tratta di uno dei pochi film classici che si potrebbero rivedere sino all'ossessione (insieme a pochi altri, come Psycho, Scarface: lo sfregiato etc.) ritrovandoci sempre qualche elemento nuovo, è il carico metacinematografico che sottende il discorso frizzantemente intervallato da canzoni divertenti che sono entrate nella memoria collettiva (a parte Singin' in the rain, ovviamente, ricordiamo quanto meno Good morning). Il film è in grado di ricostruire, con un'evidenza icastica e con la simpatia di una parodia non esente da una fredda autocoscienza, il delicato passaggio dal cinema muto al cinema sonoro (avvenuto, come si sa bene, con Il cantante di jazz della Warner). Un cambiamento epocale, ancora più pervasivo (forse?) di quello dall'analogico al digitale, che ha cambiato il modo di fare i film, la struttura delle pellicole e le aspettative del pubblico.

Il tutto viene narrato da Kelly/Donen con una freschezza esemplare e una capacità di racconto che fonde efficacemente la trasparenza e la piacevolezza del racconto e un discorso dotato di una pregnanza e rilevanza critica veramente profonda. Questo rende Singin' in the rain un capolavoro veramente multilivello (altro che double coding postmoderna!), nel quale qualsiasi spettatore può trovare almeno un motivo di interesse. Sicuramente da vedere!

VOTO: 8.50/10 

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