giovedì 13 febbraio 2014

Duel



Duel di Steven Spielberg - Genere: thriller - USA, 1971

Il nome di Spielberg, nella coscienza collettiva dello spettatore medio della mia generazione, non è senza dubbio legata al suo debutto alla regia. Molto più celebre per film come ET o Jurassick Park, si ritiene che Spielberg sia un grande narratore, capace di creare mondi fantastici resi credibili e vicini ma che comunque non rinunciano alla loro carica di esotismo. Oppure come dimenticare un film favola come Hook, riscrittura divertente e briosa di Peter Pan? Eppure Spielberg non è nato come un autore della Terza Hollywood, non come un rappresentante di quel ritorno alle narrazioni forti che ha caratterizzato il cinema dagli anni Ottanta in poi. Duel, dei primissimi anni Settanta, lo testimonia molto bene. Spielberg è una persona che conosce molto bene il cinema e, in questa sua prima stagione creativa, utilizza uno stile molto più interessante e libero rispetto a quanto non fa nei suoi film di fiction. 

Duel effettivamente è il tipico prodotto da New Hollywood: una trama esile, quasi banale nella sua semplicità, raccontata con un'attenzione alle forme plastiche della filmicità, con un uso attento dell'inquadratura che privilegia punti di vista inconsueti e anticlassici. Non sappiamo nulla della vicenda che sta dietro alla folle corsa del nostro protagonista, che anche della sua vita precedente non ci racconta alcunché. Tutto il film è fondato sul dubbio, sul non detto, ci si chiede se la cisterna che tenta di uccidere il nostro sprovveduto viaggiatore sia animata da qualche desiderio preciso ma tutte le speculazioni che il pubblico può fare sono destinate a rimanere senza risposta. Lo stile semplice, lucido e chiaro di Spielberg è in netto contrasto con quella che sarà poi la sua poetica narrativa matura, tutta fondata sulla linearizzazione del racconto e sull'allontanamento della narrazione dallo spettatore. 

La genialità di Spielberg gli ha permesso, appena venticinquenne, di confezionare questo piccolo cult in una decina di giorni, tempo veramente irrisorio se si considera la notorietà e il valore quasi auratico che questo film hanno assunto con l'andare del tempo. In Duel, per quanto si possano riscontrare dei difetti non indifferenti a livello di sceneggiatura e di dialoghi (che, duole ammetterlo, sono piuttosto imbarazzanti!), c'è una freschezza stilistica che poi non si ritroverà più nella produzione più avanzata di Spielberg. Un peccato, che forse rende ragione alla definizione di questo autore come di uno dei grandi traditori della Seconda Hollywood. 

VOTO: 7/10 

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