lunedì 17 febbraio 2014

Dredd



Dredd di Pete Travis - Genere: fantascienza/azione - USA, 2012

Nel lontano 1995 usciva Dredd: La legge sono io, science fiction con Sylvester Stallone basata su un personaggio partorito nel mondo dei fumetti. Gli ingredienti della fantascienza classica c'erano tutti: un futuro distopico creato da una catastrofe nucleare, entro il quale un'umanità priva di punti di riferimento si raccoglieva in un'unica grande città (MegaCityOne, versione neanche troppo fantasiosa delle odierne megaregions di cui ci parlano molti sociologi) entro cui la criminalità dilagava come un malessere incurabile e dove l'unica speranza di giustizia era rappresentata dai Giudici, dei quali il Dredd protagonista faceva parte. Su questo nucleo narrativo di base il regista Danny Cannon aveva costruito una trama che sembrava ritagliata sul personaggio Stallone, tanto che alla fine Dredd non era molto più che una riedizione futurista di Rambo. Nonostante questo, al di là del suo essere un film spettacolare e commerciale fino al midollo, aveva rapito il mio interesse di bambino e Dredd rimane ancora oggi, con la sua moralità inattaccabile, un personaggio decisamente interessante. 

Pete Travis rilancia questo fascino, smarcandosi saggiamente dalla (ingombrante per quanto scarsamente utile) eredità di Cannon e confezionando un prodotto che perdendo le caratteristiche stalloniaane ci restituisce un'immagine del Giudice più vicina a quella originale. A differenza di quanto accadeva nella pellicola del '95 qui Dredd non è messo sotto accusa ed è il protagonista assoluto di una trama thriller/poliziesca piuttosto tipica, nella quale riesce a risaltare appieno il suo armamentario futuristico e la sua etica inoppugnabilmente manichea. Ovviamente, è bene ricordarlo, l'operazione di Travis è smaccatamente commerciale e si inserisce in un filone di aggiornamento nostalgico che sta interessando un buon numero di prodotti precedenti. Stilisticamente quindi, tutto molto controllato, lineare e spettacolare: esplosioni a profusione e uso continuo (soprattutto nella prima parte del film) dello slow motion per mimare, in modo neanche troppo originale, gli effetti di una droga stile bullet time (Matrix qui la fa da maestro). 

A conti fatti il lavoro di Travis non è per nulla spiacevole e riesce a intrattenere lo spettatore senza difficoltà, soprattutto se come mi si aveva amato l'impianto di base del film originale, magari storcendo un po' il naso per il protagonismo eccessivo di Stallone (che, intendiamoci, era perfetto per Dredd; solo che aveva finito con il fagocitarlo). Film piacevole, non esente da difetti e troppo colluso con il 3D (gli effetti in bullet time sono evidentemente inseriti solo a quello scopo o quasi), per meritarsi la sufficienza. Consigliato però per una serata disimpegnata.

VOTO: 5/10

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