lunedì 10 febbraio 2014

Lo Sconosciuto del Lago



Lo Sconosciuto del Lago di Alain Guiraudie - Genere: drammatico, thriller - Francia, 2013

Senza dubbio uno dei film più discussi dello scorso anno. Presentato nella sezione Un certain regard di Cannes, ha dato scalpore già al momento della diffusione della sua locandina, sulla quale è possibile vedere senza troppi ricami una scena di sesso orale che sarà poi puntualmente riproposta nel film. Sorprendentemente, e dopo averlo visto posso dire con mio enorme piacere, il film di Guiraudie è stato in programmazione persino a Bergamo, segno che forse anche in Italia qualcosa del grande cinema internazionale di qualità filtra. Per fortuna. Su questo film è stato detto più o meno di tutto e ripeterlo in questa sede sarebbe in più di un senso intuile. Da un punto di vista generale non possiamo che concordare con il premio alla miglior regia dato a Cannes, meritato grandemente per la bellissima fotografia e la capacità del regista di creare un racconto attraverso le inquadrature: nei campi profondi o ravvicinati composti dalla macchina da presa riusciamo a capire molto di quello che succederà nel film, a tal punto che forse, se il film fosse stato muto, non ne avrebbe perso in leggibilità. E questo, oggigiorno, è già un risultato straordinario.
 
Ma l'aspetto che più mi ha colpito de Lo Sconosciuto del Lago, quello su cui vorrei soffermarmi perchè mi pare che la critica non lo abbia attenzionato a sufficienza, è lo spazio. Tutta la vicenda orbita attorno a un lago, placida superficie misteriosa lambita ciclicamente da barche in passaggio. E' il lago a dominare sul film, creando un ritmo narrativo fortemente cadenzato e a volte volutamente "ripetitivo". Questo non è assolutamente un difetto di regia, come pure molti utenti della rete hanno sostenuto, ma la naturale conseguenza di quello che io ritengo essere uno "spazio qualsiasi" nell'accezione deleuziana del termine. Ne L'immagine-movimento Deleuze parla della possibilità di creare degli spazi qualsiasi, luoghi che per quanto mantengano una riconoscibilità fenomenica (quegli spazi sono lì, esistono), hanno perso il loro carattere di agibilità e diventano quindi degli spazi dell'Essere più che dell'accadere. E' il caso del sistema lago/bosco nel film di Giraudie. Esso è lì, si presenta ai nostri occhi, eppure per i protagonisti della vicenda così come per noi, è uno spazio quasi mostruoso, irriconoscibile perché non utilizzabile, uno spazio che non si lascia ricomporre in un'immagine unitaria nella nostra mente.

Così l'acqua diventa un luogo perturbante nel quale il nostro sguardo si sovrappone in soggettiva a quello di Franck, spaventato dall'omicidio che vi è stato compiuto e tutto si fa più irregolare e impreciso. Allo stesso modo la secca boscaglia dove si consumano gli incontri sessuali occasionali perde qualsiasi connotato reale e si risolve, soprattutto nell'ultima parte del film, in una costruzione labirintica dai risvolti quasi mentali. Significativo che, proprio nell'ultima sequenza, il corpo di Franck sembri quasi scomparire nel buio della notte, come assorbito da un ambiente divenuto deleuzianamente irriconoscibile, altro da sé. Tutto questo fa da sfondo (la parola però è inadatta, perché l'ambiente partecipa del tutto come un protagonista assoluto) a una vicenda che, al di là della contingenza narrativa da thriller che rimane assolutamente secondaria, a una vicenda di profonda umanità raccontata con un lirismo fuori dal comune.
 
Lo Sconosciuto del Lago è stato salutato con favore perchè è un'opera che parla senza giri di parole e con sensibilità del mondo gay. Giusto, ma se fosse solo questo non sarebbe così penetrante e a tratti quasi commovente. In realtà la storia di Franck, del suo misterioso amante e di Henri, troppo timoroso per essere conoscibile perfino da sé stesso, ci dice qualcosa di profondamente vero riguardo tutti noi, andando a indagare quel luogo liminale sospeso fra l'amore, l'amicizia e il sesso. Il tutto con una capacità assolutamente fuori dal comune di comprendere la connessione atavica fra Eros e Thanatos che costituisce la cifra veramente intima di questo genere di rapporti. Nel complesso un film assolutamente meritevole, che per una volta si è davvero guadagnato i riconoscimenti vinti.
 
VOTO: 9/10

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