martedì 10 settembre 2013

World War Z



World War Z di Marc Forster - Genere: azione, fantascienza, horror - USA, Malta, 2013

Tratto dal romanzo omonimo pubblicato nel 2006, WWZ si è proposto, sin dal suo annuncio pubblicitario, come un'opera epocale che - almeno sulla carta e, forse, nelle aspettative del pubblico - aveva l'arduo compito di ripensare o quantomeno contribuire a ridefinire la figura dello zombie nel cinema contemporaneo. In effetti sembra che in questo campo, dopo la grande innovazione romeriana avviata con il meraviglioso La notte dei morti viventi, le cose siano rimaste un po' ferme. Il motivo è da ricercarsi tanto nella solidità della figura edificata da Romero e costantemente riproposta dai sequel, tanto nel fatto che il cinema horror contemporaneo ha cercato di battere (senza troppo successo) altre strade (Ring e Paranormal Activiy hanno fatto scuola). 

Il fatto che questo tentativo derivi da un film che non è neanche completamente horror, ma sembra fortemente contaminato dai topoi fantascientifici della pandemia e dell'apocalisse, rende tutto ancora più interessante: un tentativo in questa direzione era già stato fatto con l'ibridazione fra horror e sci-fi con La Cosa di Carpenter (che poco ha a che vedere con gli zombie, ma è simile per l'idea di commistione fra generi). Sulla carta, dunque, buone aspettative: l'idea di un film che riproponesse uno scenario di guerra globale causata dai non morti tendeva a complessificare il filone cinematografico di riferimento e rendeva nel contempo ragione al clima di tensione attuale, dando eco alle ansie e alle paure per una eventuale terza guerra mondiale (già svariate volte ho sostenuto che le immagini del secondo conflitto mondiale siano state il patrimonio iconografico più pervasivo e shockante della storia dell'uomo). 

Alla prova dei fatti l'obiettivo appare raggiunto solo in parte: se è vero che il film contribuisce in effetti ad arricchire la figura dello zombie con nuove venature che la distaccano dal modello ingombrante ma ormai non più attuale voluto da Romero (cosa che comunque non priva i suoi film di una visionaria genialità), l'impressione generale che se ne ricava non è certo scevra da alcune perplessità. Si tratta non tanto di problemi relativi alla forma cinematografica, che è comunque molto buona, ma di quello che potremmo definire il "colpo d'occhio", oppure la sensazione che rimane a narrazione conclusa. 

Personalmente ho avuto l'impressione che il film, nonostante una piacevolezza di fondo che lo rende scorrevole nonostante le due ore di durata, non fosse altro che una grossa trovata commerciale, un estremo tentativo di pubblicizzazione delle potenzialità del cinema spettacolare, un'infilata di esplosioni scenografiche e di arzigogolati movimenti della macchina da presa che hanno il solo scopo di impressionare lo spettatore. Si capisce che un film che si propone di raccontare l'invasione zombie come un fenomeno globale a sfondo bellico non possa essere girato in maniera oscura e "intimista", ma alcuni passaggi sono evidentemente ed eccessivamente contaminati da questa volontà di stupire. Per il resto, torniamo a ripeterlo, un film piacevole anche se a tratti (soprattutto per quanto riguarda le azioni di Brad Pitt, classico protagonista americano in stile telefilm), eccessivamente autocompiaciuto della propria baldanza.

VOTO: 5.50/10

Nessun commento:

Posta un commento