lunedì 16 settembre 2013

Mamma Roma



Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini - Genere: drammatico - Italia, 1962

La filmografia di Pier Paolo Pasolini è sempre stata caratterizzata, soprattutto nella sua fase più matura - quella che normalmente viene etichettata come Trilogia della Vita e rispetto alla quale solo l'ultimo Salò appare eversivo proprio perché parte di una incompiuta Trilogia della morte - da un interesse estremo per l'esplorazione della sessualità nelle sue forme più vitalistiche o perverse e da un occhio critico nei confronti della dinamica delle corporeità. Mamma Roma, produzione di certo precedente per stile e per l'assenza del colore che in un certo senso sopisce la spiccata vena pittoricistica di Pasolini, presenta però tutti i prodromi di questa indagine, ancora condotta senza estremismi e collocata sullo sfondo.

La vicenda vede protagonista Mamma Roma, una prostituta interpretata dalla splendida Anna Magnani, che decide di cambiare vita per amore del figlio Ettore, guidata dal desiderio di regalargli una vita migliore. Eppure, la morale di questo racconto nero, di questa formazione che è anche precipitare nella disperazione, è proprio l'opposto: l'immutabilità della condizione umana. Non c'è speranza per Mamma Roma e per suo figlio, costantemente riportati dalle contingenze di una Provvidenza maligna nella loro condizione originale: la presenza di Carmine diventa il simbolo tangibile e corporeo di un passato che riemerge e che non può essere contenuto entro i confini del quartiere che Mamma Roma ha deciso di abbandonare. 

La narrazione, limpida nella sua drammaticità, è dotata di un forte valore educativo e ideale, che si ricollega all'ideale tutto pasoliniano del subproletariato italiano del dopoguerra e dell'aspra contestazione dello stile di vita e dei valori borghesi. Mamma Roma incarna con materna eleganza tutto il desiderio di rivalsa, costantemente negato nelle sue giuste pretese, dall'ineluttabilità di un fato immodificabile, di una dinamica di classe che si rifiuta di essere forzata dall'interno. 

Su questo sfondo si intrecciano molti altri temi cari a Pasolini, come la scoperta del sesso che per Ettore si intreccia con l'amore per Bruna, sempre condotto in quei luoghi campestri e periferici che Pasolini sapeva ritrarre con tanta eleganza. Non c'è nulla di esplicito, tutto è suggerito: non siamo ancora giunti alla fase scopertamente shockante del cinema pasoliniano che si avrà con il maestoso Salò: in Mamma Roma un ruolo molto più importante è riservato al tratteggio preciso dei sogni e delle disillusioni della classe proletaria. Soltanto in seguito, quando forse avrà intuito l'irrealizzabilità del suo progetto sociale, Pasolini si dedicherà a raggiungere attraverso le immagini un'idea concreta degli immaginari del corpo e del sesso, che saranno ritratti liberamente senza farsi contaminare dal panorama censorio della morale comunemente riconosciuta; solo allora la poetica cinematografica di Pasolini raggiungerà le sue vette più alte.

VOTO: 7.50/10 

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