giovedì 5 settembre 2013

Akira



Akira di Katsushiro Otomo - Genere: animazione - Giappone, 1988

Capolavoro indiscusso dell'animazione giapponese recentemente riproposto al cinema in occasione del suo venticinquesimo anniversario, Akira è un film che ha senza dubbio segnato la storia del genere e l'impressione è stata decisamente confermata dal fatto che, alla visione, esso manifesta tutta una serie di situazioni archetipiche che saranno riproposte anche da molti film e anime successivi. La corrispondenza più prossima, per situazione ed evoluzione della vicenda, è senza dubbio con Neon genesis: Evangelion, il cui debito si manifesta sopratutto nel finale del film, quando la trasformazione di Tetsuo in un organismo ameboide non può non richiamare alla mente di chi conosce la fortunata serie (presto al cinema con il terzo capitolo della tetralogia Rebuild of Evangelion) la struttura interna delle unità EVA. 

Sarebbe interessante cercare di capire il motivo per cui una così larga parte della filmografia giapponese sia così fortemente ispirata dalla situazione narrativa della rinascita della civiltà dopo un disastro distruttivo: la terza guerra mondiale che ha distrutto il mondo di Akira portando alla nascita di una Nuova Tokyo (o il Second Impact di Evangelion) sono probabilmente il riflesso ritualizzato delle immagini sconvolgenti di Hiroshima e Nagasaki, come se il Giappone non potesse più fare a meno di richiamare quegli episodi che ne hanno segnato in senso traumatico l'esistenza. Un'esplosione che è anche un momento di rinascita, un momento di crisi profonda dalla quale l'arcipelago nipponico ha saputo risollevarsi sino a imporsi, oggi, come una delle nuove potenze leader dell'economia mondiale.

Nel 1988 questo non si poteva ancora prevedere, forse. Sta di fatto che Akira propone un mondo fortemente contemporaneo e che appare grossomodo valido anche oggi, con le sue ipocrisie e i suoi sogni di progressismo infinito. E' straordinario notare come un cartone animato, solitamente considerato un prodotto non artistico, possa riuscire a tratteggiare con una così tagliente sagacia un ritratto del mondo (seppure condensato in una sola città) che, al di là di alcuni cambiamenti intercorsi negli ultimi venticinque anni, è rimasto isomorfo a sé stesso. Akira rappresenta questo organismo decadente con l'eleganza e la compostezza formale di un film vero e proprio, mentre l'organizzazione delle immagini segue criteri compositivi non dissimili da quelli della classica inquadratura. Tutto questo porta allo straordinario risultato di un prodotto ormai divenuto culto e simbolo di un'intera generazione che riesce a intrattenere sulla smodata lunghezza di circa 130 minuti, superando in qualità non solo prodotti consimili ma anche pellicole cinematografiche non animate.

Al di là dell'innegabile valore storico che ha acquisito, Akira è il titolo ideale per le persone convinte che il cinema di animazione sia qualitativamente inferiore alla filmografia normalmente intesa. Le loro capacità di raccontare e di mostrare non solo sono quantomeno equipotenti; nel caso in esame, in effetti, la capacità creativa dell'animazione è addirittura superiore, in quanto slegata dalle contingenze di un referente fenomenico reale e ancora non del tutto manipolabile (ricordiamo che il film è del 1988 e l'immagine digitale era ancora ben lontana dalle sue possibilità odierne). 
VOTO: 8/10 

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