mercoledì 17 aprile 2013

Una storia vera



Una storia vera di David Lynch - Genere: drammatico - USA, Canada 1999.

Quando si pensa a un film di David Lynch si hanno sempre in mente i dettagli perturbanti di Velluto blu o la difficile trama narrativa di Strade perdute; i più arditi potrebbero spingersi fino al drammatico The elephant man o all'avveniristico Dune. In ogni caso, A Straight story (Una storia vera o La storia di Straight, con la ripresa del cognome del protagonista), lascia spiazzati. Nessun riferimento agli stilemi tipici del regista, almeno direttamente. E' vero che buona parte di questi elementi possono essere ritrovati attraverso una lettura fra le righe, che operi negli interstizi estetici lasciati aperti da Lynch, ma si tratta di frammenti così embrionali che comunque destabilizzano gli affezionatissimi.

Proprio per questo Una storia vera è un film difficile da capire, anche se non per motivi di complessità narrativa o temporale. Tutt'altro, l'edificio diegetico del film è solido, scorre in maniera liscia come una strada di grande circolazione, senza intoppi. Ottima la fotografia, ottima la colonna sonora ma a prima vista ci troviamo di fronte a un semplice film commerciale. E' così? Ci sentiamo di escluderlo. 

La storia del vecchio Alvin che attraversa la campagna americana a cavallo del suo tagliaerba si trasfigura con l'andare del tempo e acquista sempre più un significato universale. Il viaggio del contadinotto ex-soldato della seconda guerra mondiale diventa un itinere dentro il cuore più vivo e ardente degli USA, dove i valori sono ancora incarnati da persone che hanno storie da raccontare. Questo è il film delle storie, che Alvin raccoglie dentro di sé, dando in cambio la propria. E' un film dalla costruzione corale che rifugge il primato narrativo di un unico personaggio e si fonda sull'assente presenza di un'entità (il fratello di Alvin) evocata ma raggiungibile solo alla fine della narrazione.

Il viaggio di Alvin e dei suoi compagni occasionali è un'ascesa verso una superiore consapevolezza di sé e del senso della propria esistenza, proprio nel momento in cui se ne adombra la fine. La famiglia, le radici sono tutti elementi che arrivano allo spettatore attraverso la narrazione di una vicenda. Alvin è il vecchio cantastorie, il trovatore della nostra contemporaneità che intesse racconti su un'America attuale (nel 1999), ma già così lontana. Significativo che questo film sia stato realizzato alla fine del XX secolo, poco prima della crisi assoluta di riferimenti che ha sconvolto l'America nel 2001: un tentativo di mettere al sicuro la storia dalla sua cancellazione autodistruttiva.
VOTO: 8/10

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