martedì 16 aprile 2013

Confessions



Confessions di Tetsuya Nakashima - Genere: drammatico - Giappone 2010.

Che l'istituzione scolastica sia uno dei grandi punti di ridiscussione - e spesso di decostruzione - della cultura orientale e giapponese in particolare è cosa nota. Competitività, rigore e simili sono tutti elementi che il cinema e la cultura popolare ha sempre saputo catturare egregiamente, basti ricordare lo splendido Battle Royale (fingendo che non abbia mai avuto un seguito, s'intende...). Il film di Nakashima si inscrive proprio in questo filone e ha molte idee interessanti alla base.

Anzitutto la composizione narrativa, che rifugge saggiamente dalla costruzione di un edifico stabile per comporre tramite successive sedimentazioni una vicenda corale e liricamente intima nel contempo. La drammatica storia della professoressa Moriguchi, vittima involontaria di un gioco adolescenziale che le ha sottratto la figlia, è la traduzione orientaleggiante del Tito Andronico shakespereano. Come il dramma inglese questo film mette in scena una tragedia di vendetta che a tratti raggiunge picchi di sadismo esistenzial-filosofico da far impallidire il povero Gigsaw. Polifonica è anche la costruzione dell'immagine che si fonda spesso su un rapido susseguirsi di frammenti incompleti che solo in un secondo tempo si ricombinano in maniera efficace. 

La composizione, gradevole, non è però esente da difetti. Ci sarebbe anzitutto da riflettere sull'uso smodato dello slow motion, che il regista utilizza con un'insistenza decisamente esagerata, come se il rallenty fosse l'unico mezzo estetico a disposizione del cinema. Ad aggravare la situazione contribuisce il fatto che questa scelta è quasi sempre gratuita, nel senso che l'artificio suddetto è utilizzato per sottolineare "esteticamente" (???) elementi insignificanti dell'immagine. Anche la colonna sonora sembra da rivedersi, troppo commercialmente ammiccante narrativamente accessoria.

In generale un buon film, che risulta piacevole anche a prescindere da un ritmo narrativo a volte eccessivamente dilatato. Certamente sarebbe potuto essere un prodotto molto più interessante se se ne fossero levigate le difficoltà principali, che ne abbassano la qualità complessiva, costruendo un prodotto che forse non riesce neanche a farsi ricordare più di altri. Peccato!
VOTO: 7/10

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