sabato 27 aprile 2013

Due o tre cose che so di lei



Due o tre cose che so di lei di Jean-Luc Godard - Genere: drammatico - Francia 1967.

Che il cinema di Godard sia uno dei più esteticamente belli della storia, è un dato di fatto. E' un cinema di assenze, di sistemi di riferimento che saltano inesorabilmente uno dopo l'altro, ma con la grazia di una ballerina classica. E' un cinema che mette in crisi il nostro rapporto con le immagini e che si costruisce in negativo a partire dall'esperienza del classico hollywoodiano. Due o tre cose che so di lei è la summa cinematografica di tutto questa poetica, portata all'ennesima potenza.

Non c'è una storia che si possa definire tale e il film si costruisce da solo tramite la giustapposizione di episodi apparentemente casuali, nel senso che non è dato un file rouge forte che possa riunire insieme tutte queste finestre sul mondo. Siamo agli antipodi di quello che siamo abituati a considerare un film, a tal punto che c'è persino da mettere in dubbio l'esistenza della protagonista (la bella Marina Vlady). Tutto è sospeso e anche da un punto di vista fotografico-compositivo sembra regnare un caos estetico molto piacevole, ma certo non facilitante per lo spettatore.

Tutto avviene come per errore e le scene si susseguono senza una signifcanza palese: è come se le cose e gli individui si trovassero per errore di fronte alla macchina da presa, che li coglie per sbaglio. Il film è quindi colmo di elementi apparentemente inutili, che però non possono classificarsi come tali perché manca uno scheletro narrativo abbastanza forte da far capire che cosa sia importante e che cosa no. Due o tre sono le cose che possiamo dire su questo film, proprio perché è cinematograficamente inutile e non per questo meno affascinante.

Riconosciamo che il ritmo è a tratti un po' troppo lento e che il tutto risulta abbastanza macchinoso anche rispetto ad altri titoli del medesimo autore, ma chi si chiedesse qual'è l'utilità di film di questo genere (così lontani dalla nostra sensibilità attuale), si chieda che differenza c'è fra leggere un romanzo e un testo di filosofia e, forse, avrà la risposta. Un (difficile e meraviglioso) capolavoro del cinema.
VOTO: 8.50/10

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