mercoledì 8 gennaio 2014

Palombella Rossa



Palombella Rossa di Nanni Moretti - Genere: commedia - Italia, 1989

Sebbene Nanni Moretti raggiunga a mio avviso il capolavoro con Bianca, la sua linea poetica mi ha sempre interessato a partire dai suoi primi passi mossi con Io sono un autarchico e soprattutto con Ecce Bombo. Nonostante questo devo ammettere che gli ultimi film del regista, a partire da La stanza del figlio non sono stati di mio gradimento: li ho trovati spesso ridondanti, eccessivamente patetici; lontani insomma da quella lucida e disincantata ironia che aveva fatto di Michele (e delle sue varie incarnazioni) un personaggio da ricordare. Colgo anche l'occasione, Palombella Rossa me la offre, per evidenziare come secondo me - diversamente da quanto mi capita spesso di sentire - la comicità morettiana sia ben diversa da quella di un altro grande come Woody Allen. A prescindere dal fatto che gli ultimi lavori alleniani non sono di mio gusto (ma non ho ancora visto Blue Jasmine) devo dire che spesso si tende a dimenticare che, diversamente da quanto accade per il mostro sacro della comicità statunitense, in Moretti è presente una vena politica che non può essere trascurata e che anzi costituisce l'ideale filo rosso di tutta la sua produzione. L'opera morettiana diventa così una gigantesca metafora della disillusione politica dell'italiano medio, un racconto sagace del tracollo degli ideali partitici che ci ha accompagnato fin alle porte dell'era attuale. 

E' doloroso forse sentirselo dire, ma tutti siamo dei piccoli Michele (probabilmente lo sono di più i nostri genitori). E' finita l'epoca delle grandi narrazioni del Dopoguerra, non esistono più le larghe intese come condivisioni di ideali più alti e quelle che si spacciano come tali sono delle semplici coperture, ormai ce ne siamo resi conto tutti. Viviamo in un'epoca senza modelli, schiavi delle nostre frustrazioni a tal punto da non saper prendere una decisione senza appellarci al parere di uno psicanalista (che siano stati proprio gli strizzacervelli a creare le nevrosi?). I personaggi di Palombella Rossa, protagonisti di una surreale partita di pallanuoto che apre a un racconto del passato sospeso fra il generale (la vicenda politica del PC italiano) e personale (la vita di Michele e la sua discesa in campo) che culmina con una intelligente rappresentazione corale di E ti vengo a cercare, sono delle macchiette che non semplificano la nostra condizione, ma anzi ce la comunicano in una maniera ancora più profonda e incisiva. 

Siamo tutti schiavi delle nostre contraddizioni e questo ci porta ad essere più insicuri, incapaci di decidere e - in generale - profondamente malinconici. Questo si percepisce chiaramente anche nello stile di Moretti, meno mordace e più incline alla meditazione. Il tutto concorre a generare un'opera efficace ma (personalmente) meno riuscita di quelle sopraccitate. Rimane comunque degna della massima considerazione la performance recitativa di Silvio Orlando, che probabilmente ci regala il miglior personaggio di tutto il film. Una giovanissima Asia Argento nei panni della giovane Valentina ci dimostra, ancora una volta, come la figlia del sedicente Maestro del brivido, dia di norma buone prove solo quando non ci si accorge di lei.

VOTO: 6.50/10 

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