sabato 18 gennaio 2014

Le conseguenze dell'amore



Le conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino - Genere: drammatico - Italia, 2004

Sorrentino, lo dimostra la vittoria de La grande bellezza ai Golden Globes, è senza dubbio uno degli interpreti più convincenti del cinema italiano di qualità. Andare indietro a ripescare questo film di ormai dieci anni fa (!) può essere dunque utile per evidenziare lo sviluppo della sua poetica, che risulta in primo luogo connessa alle vite di personaggi annoiati, involontariamente (?) radical chic e per i quali la vita ha sempre bisogno di essere ridiscussa nelle sue motivazioni profonde. In questo come nei successivi suoi lavori (ricordiamo ad esempio L'amico di famiglia), Sorrentino dispone uno stile complesso, eccellente da un punto di vista formale attorno ai suoi personaggi, su cui spiccano i tipi umani incarnati sempre in maniera convincente da Toni Servillo. 

Ne Le conseguenze dell'amore, Titta di Girolamo è la figura del ragioniere standard che lavora (o ha lavorato) per qualche cosca mafiosa ed effettivamente, soprattutto sul finale del film, nel momento cioè in cui la regia sorrentiniana raggiunge con andamento ciclico le punte più alte e più scontate di tutta la pellicola, sono numerosi i riferimenti (anche solo d'atmosfera) a Il Padrino. Per tutta la prima parte del film invece la vicenda ruota intorno a temi più cari al regista, più drammaticamente ed esistenzialmente umani. Anche il riferimento all'amore, centrale nel titolo, risulta in fin dei conti schiacciato da tutte le altre suggestioni che si aprono attorno alla figura del protagonista, senza troppe sorprese per la verità. 

Formalmente, come già accennato, Sorrentino è sempre vicino alla perfezione assoluta ma i suoi lavori - e il pericolo è particolarmente evidente qui - sono sempre passibili del rischio di freddezza. Effettivamente la maggior parte delle critiche si è sempre appuntata su questi fattori che, se nei due film successivi e già citati, si sono rivelati meno ingombranti del previsto, qui hanno una importanza tale per cui tutta la struttura rischia di vacillare. Anche per quel che riguarda la caratterizzazione dei personaggi secondari, ridotti a comparse dal protagonismo gigantista di Servillo, si percepisce qualche faraginosità di troppo, in particolare per quanto riguarda la coppia di ricchi decaduti che vivono nell'albergo dove passa le sue giornate rinchiuso di Girolamo. 

Nel complesso si tratta comunque di un film interessante, perfettamente realizzato ma forse ancora un po' acerbo dal punto di vista dell'integrazione fra scrittura e composizione dell'immagine. Una problematica questa, ampiamente superata nel film che per me rimane il migliore visto nel 2013, attualmente candidato agli Oscar.

VOTO: 7/10 

1 commento:

  1. Questo mi era piaciuto moltissimo, pur concordando con tutti i difetti da te citati

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