sabato 3 marzo 2012

Una separazione - Recensione


Una separazione di Asghar Farhadi - Genere: drammatico - Iran, 2011

Nader e sua moglie Simin stanno per divorziare. Hanno ottenuto il permesso di espatrio per loro e la loro figlia undicenne ma Nader non vuole partire. Suo padre è affetto dal morbo di Alzheimer e lui ritiene di dover restare ad aiutarlo. La moglie, se vuole, può andarsene. Simin lascia la casa e va a vivere con i suoi genitori mentre la figlia resta col padre. È necessario assumere qualcuno che si occupi dell'uomo mentre Nader è al lavoro e l'incarico viene dato a una donna che ha una figlia di cinque anni e ed è incinta. La donna lavora all'insaputa del marito ma un giorno in cui si è assentata senza permesso lasciando l'anziano legato al letto, un alterco con Nader la fa cadere per le scale e perde il bambino.

Interessante film iraniano dell'anno appena passato, Una separazione riflette in maniera molto efficace e originale su dei temi che il cinema occidentale ha reso ormai triti e ritriti. Mi spiego meglio: la storia non è originalissima, ma la resa del regista le garantisce una profondità insperata e, ancor di più, la collocazione "esotica" della storia ci permette da un lato di vederla come una novità e dall'altro di apprezzare alcuni aspetti della cultura autoctona che solo un regista del luogo poteva presentarci così vivacemente.
Uno dei punti di forza della pellicola è, a mio avviso, la sua caratteristica di svelare progressivamente la vicenda narrata, senza consegnarcela nel complesso già confezionata. Lo spettatore è accompagnato in una scoperta che avviene in medias res, come se si fosse davvero nel film, come se si dialogasse con i personaggi.

Splendide alcune trovate del regista, come gli originali titoli di testa e la splendida soggettiva iniziale sul giudice "senza volto", figura che ritornerà più volte nel corso del film e costituirà, anzi, uno di quei puntelli che ci permetteranno di non perderci nella vicenda, che si presenta viva e metamorfica come le città dell'Iran contemporaneo.
Splendida la protagonista femminile, vera e propria star cinematografica del Paese e piacevole (anche se, forse, un po' scontato) il finale sospeso, che culmina con una lunga inquadratura in cui moglie e marito, pur vicinissimi, non riescono a incrociare lo sguardo.
Un buon film secondo me, sicuramente da vedere anche solo per farsi un'idea della direzione in cui sta andando il cinema medio-orientale.

VOTO: 8/10

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