lunedì 12 marzo 2012

L'arrivo di Wang - Recensione


L'arrivo di Wang di Antonio e Marco Manetti - Genere: sci-fi - Italia, 2012

Mentre è alle prese con la traduzione di un film cinese da consegnare il giorno dopo, Gaia riceve per telefono un misterioso e urgente ingaggio profumatamente pagato. Dopo mezz'ora un'auto passa a prenderla a casa per condurla nel luogo in cui dovrà tradurre il dialogo tra Curti, l'agente che l'ha prelevata, e il fantomatico Mr. Wang. Prestare la sua professionalità le risulterà però difficile a causa della strana richiesta di lavorare al buio per non essere compromessa in una situazione della massima gravità. Solo dopo aver preteso e ottenuto di accendere la luce, la giovane interprete comprenderà il motivo di tanta segretezza.

Produzione italiana, con la collaborazione della Rai, e quando si parla di produzioni cinematografiche italiane (ultimamente) c'è sempre da andarci con i piedi di piombo. In questo caso una intraprendente iniziativa di fantascienza, che però non si esaurisce nel genere e si presta a una lettura etica che può aprire alla tematiche del pregiudizio e dell'integrazione. La pellicola in questione, a dirla tutta, si trova al crocevia fra thriller (di cui ricalca alcuni stilemi tematici), sci-fi (da cui prendere l'impianto narrativo principale) e, per così dire, didascalia.

Buono il tentativo quindi, ma fuor di questo poca sostanza. Un cast appena appena discreto, con un Ennio Fantastichini che scivola nella parte stereotipata dell'interrogatore facilmente irascibile. Una colonna sonora anonima si accompagna a una fotografia e a un montaggio appena accettabili (fatta salva la bella soggettiva con gli occhi di Mr. Wang e l'iniziale - voluta - sfocatura di alcune inquadrature per rendere l'idea della impossibilità percettiva di Gaia). Tolto questo però, rimane ben poco e il film non convince più di tanto. Mi trovo d'accordo con un commento letto su mymovies per cui il film sarebbe potuto essere un buon cortometraggio.

VOTO: 4/10

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