giovedì 15 marzo 2012

Sidewalls - Recensione


Sidewalls (tit. originale Medianeras) di Gustavo Taretto - Genere: Drammatico - Argentina, Spagna, Germania, 2011

Martin è un web designer. Internet gli ha cambiato la vita, nel senso che gliel'ha tolta completamente, poiché il ragazzo resta davanti al computer 24 ore al giorno: crea i suoi siti, gioca ai videogames, ordina il cibo, fa sesso virtualmente, compra oggetti per la casa. Esce di rado, ma scoppia dal desiderio di vivere davvero. Peccato che, ogni volta che ci prova, finisca per tornare indietro e rinchiudersi nel suo claustrofobico monolocale. Mariana è un architetto. Potenzialmente, perché non hai mai veramente progettato neanche un bagno. Si guadagna da vivere allestendo vetrine, finendo per sentirsi fredda e vuota come i manichini che veste.

Opera prima di questo particolare regista, il film di cui parliamo oggi potrebbe essere a buon diritto considerato il manifesto della vita (urbana, ma della vita in generale) post-moderna e fluida (per dirla con Z. Bauman). Il regista mette a punto un racconto che procede nella città, attraverso la vita di due suoi abitanti che incarnano fin troppo bene le nevrotiche schizofrenie della contemporaneità. Oscillando continuamente fra la narrazione della vicenda e gli intermezzi quasi didascalici, che sembrano provenire direttamente dalle menti dei tuo protagonisti, Taretto dipinge un affresco composito e (volutamente) frammentato della vita odierna, continuamente in lotta fra il desiderio di autoaffermazione e la volontà di ritagliarsi un angolo (reale o virtuale) per la propria sicurezza.

Il regista, attraverso il montaggio alternato che ci consente di seguire le vite dei due personaggi (diverse ma simili nella loro tragicità), fino al momento della ricomposizione finale, ci accompagna in un viaggio attraverso la metropoli dei flussi in cui lo spettatore si perde irrimediabilmente e in questo suo perdersi smarrisce la particolarità della storia narrata per concentrarsi sullo sfondo, sulla città che pulsa, che vive (e che soprattutto muore) sotto i suoi occhi.
Sidewalls è al tempo stesso un film post-moderno e anti-post-moderno perché mostra (drammaticamente e crudelmente, anche se a tratti in maniera ironica) le ipocondrie e le ipocrisie della società e delle relazioni fluide, ma è proprio in questo mostrarle che le esorcizza consentendoci di intravedere, fra i fasci di fibra ottica e i casermoni di cemento, grazie anche alla splendida fotografia, un piccolo raggio di luce.

VOTO: 9/10

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