mercoledì 21 marzo 2012

Hypnosis - Recensione


Hypnosis di Davide Tartarini e Simone Goldstein - Genere: thriller - Italia, 2011

Impiegato in un grande multisala, Christian è un ragazzone gentile e riservato, ormai da anni in cura presso il dottor Moretti a causa di inquietanti allucinazioni e di una totale amnesia riguardante i suoi primi dieci anni di vita. Da poco tornata dagli Stati Uniti, Alice, sua amica d'infanzia nonché figlia dello psichiatra, gli presenta il compagno Isaia, brillante ricercatore americano che propone di fronteggiare il problema con un'innovativa terapia ipnotica video-documentata.

Finalmente riesco a vedere questo film, che mi avevano suggerito ormai un anno fa. Produzione indipendente italiana, opera prima dei due registi. Thriller paranormale girato in parte a Crespi d'Adda, celeberrimo paesello della provincia bergamasca, prototipo della città modello industriale. Un film che quantomeno della trama poteva sembrare interessante, e invece...

Invece una gigantesca minestra preriscaldata, che elemosina pezzettini topici di vari film horror e thriller di diversi sotto-generi: lo specchio rosso del bagno è simile a quello di Ringu (ma probabilmente i registi lo avranno mutato dall'orrido remake americano), la scena finale è una chiara rivisitazione dello pseudo-horror The last Exorcism e sempre nel finale mi pare ci siano un po' troppi topoi dei vari Blair witch project e simili. Aggiungiamo una recitazione da scuola media, con un protagonista che a tratti rasenta il ridicolo (l'unico personaggio che si salva un pochino è l'anziana signora dell'aperitivo, che almeno risulta credibile). L'unica cosa valida di questo film è la colonna sonora, carina.

Il tutto si conclude con un finale inconcludente, che arrabatta elementi disparati a destra e a sinistra, senza legarli insieme, conclusione degna di un film pieno di ingenuità evitabili (p.e. perchè andare in un bar a bere un aperitivo se poi non lo bevi neanche?).Una pellicola decisamente brutta, insomma di cui sconsiglio la visione anche ai nostalgici di Crespi d'Adda.

VOTO: 3/10

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