martedì 6 marzo 2012

Exit: Una storia personale - Recensione


Exit: Una storia personale di Massimiliano Amato - Genere: drammatico - Italia, 2011

Marco Serrano è un giovane ragazzo profondamente disturbato: le visite del fratello Davide e le terapie svolte in una comunità di recupero non sembrano aiutarlo. La situazione degenera quando il suo compagno di stanza si suicida e Marco legge su un articolo che in Olanda potrebbe esserci la soluzione ai suoi problemi.

Recensito positivamente da diverse riviste, che lo hanno definito un vero e proprio romanzo contemporaneo, il film in questione non mi ha convinto completamente, anche se voglio premettere che è senza dubbio migliore della maggior parte dei titoli che ci vengono propinati oggi dall'industria cinematografica italiana. Solo per questo, qualche punto a favore.
In più, e non è cosa da poco, il film di distingue per alcuni accorgimenti tecnici che ho molto apprezzato: al di là della bella colonna sonora (con dei pezzi veramente convincenti di pianoforte e di archi), cito a titolo di esempio alcune inquadrature molto ben riuscite nella prima parte del film, tanto belle da avere una loro dignità plastica.

Ma non basta, almeno non completamente.
L'intreccio di per sé non è molto originale, anche se è un po' arricchito dalle successioni libere di immagini che sembrano proiettare sullo schermo le elucubrazioni di Marco. Non ho apprezzato molto, in particolare, alcuni momenti di ripresa dove il regista si è concesso secondo me alcuni movimenti di macchina piuttosto ingenui, che si potevano evitare. In aggiunta la seconda parte del film (dal viaggio in Olanda al finale, piuttosto banale) ha perso buona parte della sua attrattiva, è stata sbrogliata relativamente in fretta e questo ha generato una conclusione che lascia con l'amaro in bocca.

Un vero peccato, insomma. Il film - già interessante per alcuni spunti - poteva andare molto ma molto oltre.

VOTO: 6/10

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