lunedì 8 luglio 2013

Grano rosso sangue



Grano rosso sangue di Fritz Kiersch - Genere: thriller - USA, 1984

Come molti altri film che hanno risvegliato la passione di diversi appassionati, Grano rosso sangue è un adattamento di un'opera letteraria del prolifico Stephen King. Il caso di IT è esemplare e spiega bene anche le forti differenze che ci sono fra il linguaggio letterario e quello cinematografico: molti fan sono rimasti fortemente delusi dal finale che la regia di IT ha imposto in deroga al romanzo. Anche nel caso del racconto Childern of the corn la sorte è in parte analoga e lo stesso King si è mostrato fortemente perplesso circa la qualità della pellicola, che comunque ha riscosso un notevole successo di pubblico e ha portato con sé diversi sequels. Ancora una volta devo denunciare il fatto di non aver mai letto il racconto; la recensione quindi non vuole giudicare la qualità dell'adattamento, ma il film nella sua specificità. 

La storia di per sé è molto gradevole e originale, fonde bene un gran numero di elementi tipici del genere thriller/horror, miscelandoli in proporzioni armoniose. Al di là di questo però la realizzazione generale appare ben lungi dalla perfezione. Anzitutto a livello puramente diegetico si registra una grossa quantità di buchi narrativi, elementi non spiegati che rimangono insoluti. E' probabile che una parte di questi interrogativi troverà risposta nei successivi capitoli della saga (?), ma è quasi una legge matematica che i sequel siano realizzati peggio degli originali e tanto basta per scoraggiarci dalla visione. 

La fotografia invece è discreta e soprattutto in alcuni punti le soluzioni adottate anche a livello di montaggio sono particolarmente funzionali a creare un sottile ma palpabile velo di tensione che percorre tutto il film e che ne rappresenta il maggior lascito; lo stesso valga per la colonna sonora e soprattutto per il tema principale che si ritaglia un posto di tutto rispetto, con i suoi echi religiosi, nell'economia del film e nei motivi del suo successo. I personaggi invece sono abbastanza piatti e non sufficientemente analizzati per essere interessanti; lo stesso Isac non raggiunge la levatura titanica di antagonista principale, cui sembrerebbe sin dall'inizio poter tranquillamente ambire.

Nel complesso il film è anche piacevole, ma non possiamo non accodarci ai biasimi che la critica e lo stesso Stephen King hanno levato nei confronti di questo lavoro, che pur presentando spunti di interesse finisce con il risultare piuttosto anonimo e scontato (a tratti anche inutile, come nel caso del finale cliffhanger appena accennato e subito messo a tacere).
VOTO: 5/10 

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