mercoledì 21 agosto 2013

La notte del giudizio



La notte del giudizio di James DeMonaco - Genere: thriller - USA, Francia, 2013

Dai produttori di Paranormal Acticity ci si sarebbe potuti aspettare un ormai classico film basato sul footage e sulle riprese in soggettiva con macchina da presa amatoriale. Per fortuna La notte del giudizio si è rivelata una piacevole sorpresa rispetto alla produzione di genere corrente, anche se non mancano dei richiami piuttosto evidenti a lavori anche pregevoli di decadi passate. L'idea di base è molto buona e si ricollega a tutto un filone di film che forse a partire dal meraviglioso Battle Royale dipingono un ipotetico futuro in cui il governo prende delle misure preventive per la gestione della paranoia nevrotica collettiva; nel caso de La notte del giudizio, gli organi governativi di una rinnovata confederazione americana avrebbero varato una legge per cui annualmente, la notte del 21 Marzo, ogni crimine diviene legale.

Quello che funziona in questo film non è tanto il preteso realismo, che viene meno all'apparire abbastanza fantascientifico di tecnologie di domotica ai livelli di Star Trek; quello che davvero convince è il fatto che, in fondo, lo spettatore sa benissimo che il panorama profilato da DeMonaco è possibile e che anzi, ne stiamo vivendo tutte le premesse. Il classismo sempre crescente, la forbice economica e dell'alfabetizzazione intesa in senso lato che si allarga sempre di più, l'apertura di gated communities che rendono geograficamente situato uno status quo che è in primis economico e sociale. Il vero filo di ansietà che percorre questo film deriva proprio dal fatto che forse, un giorno, la diegesi prenderà corpo? 

Forse. Sta di fatto che, anche al di là dei riferimenti al bel Funny Games, che tutta la seconda parte mima esasperandone i toni, il film è decisamente piacevole. Anche se nella seconda parte il tutto risulta un po' meno convincente soprattutto a causa di un aumento esponenziale del ritmo conseguente alla crescita della componente action, siamo senza dubbio di fronte a un titolo valido, che forse non si farà ricordare grazie a un numero imprecisato e spesso imbarazzante di sequel ma che costituisce senza dubbio un valido terreno per successivi approfondimenti. Il profilo tecnico è curato, anche se a livello recitativo la prova dei due attori più giovani non è sempre eccellente e la loro caratterizzazione risulta a tratti un po' eccessiva; meraviglioso invece il personaggio biondo che fa da capo ai maniaci mascherati che rende ancor più chiaro il riferimento al Funny games di Haneke ma che comunque risulta sinceramente inquietante.
VOTO: 7/10 

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