martedì 18 settembre 2012

Apartment 143 - Recensione


Apartment 143 di Carles Torrens - Genere: thriller/horror - Messico, 2011

Un gruppo di parapsicologi si reca in un appartamento di un palazzo quasi disabitato, dopo che il padre di famiglia (vedovo con due figli) ha lamentato la presenza di inspiegabili e inquietanti fenomeni. Sarà compito della squadra, armata di strumenti tecnologici di ogni sorta, tentare di scoprire l'origine del fenomeno.

Recente film di produzione messicana, Emergo (questo il titolo originale), si pone su una strada ormai fin troppo battuta dal cinema di genere per risultare convincente. Formalmente la pellicola prende la soluzione adottata prima da Paranormal activities e poi dai vari R.E.C., ovvero mostrare le immagini come se fossero riprese direttamente da telecamere, posizionate in questo caso dentro l'appartamento. Questo di per sé non sarebbe necessariamente un difetto, dal momento che una scelta di questo genere potrebbe aprire interessanti spiragli di costruzione estetica, lavorando magari sulla stratificazione dell'immagine e sul famigerato concetto di Intervallo cinematografico. In effetti, il film sembra volersi spingere in questa direzione, ma nei momenti sbagliati. Il risultato è una sensazione di pressapochismo piuttosto generalizzata, anche considerando che alcune inquadrature sono completamente acefale rispetto al contorno. 

Essendo un film di genere, poi, non ci si aspetta certo una grande volontà innovativa a livello di story-line, ma in questo caso cadiamo con tutte le scarpe in un minestrone ormai pluri-riscaldato. Fortunatamente ci viene risparmiata la classica storia di infestazione spiritica, almeno direttamente. Intendiamoci, lo spettro dello spettro aleggia continuamente, ma per lo meno non ci viene sbattuto davanti agli occhi ogni quattro inquadrature. Anche qui, si poteva fare molto di meglio, magari approfondendo il conflitto fra la scientificità degli strumenti e l'irrazionalità dei fenomeni, ma ormai l'horror ha maturato una passione per la precisione chirurgica. Peccato che questa strada si stia rivelando assolutamente inadeguata.

Recitazioni mediocri, a tratti piuttosto insipide, condiscono un prodotto che certamente non innova il panorama della cinematografia di genere e - al contrario - sembra fare qualche passo indietro. La pretesa di strafare quando non se ne hanno le possibilità (e non alludo ovviamente al budget, visto che si tratta di un film che non è costato quasi nulla) porta molto spesso a sbagliare e questo mix di sotto-generi horror non fa eccezione, cosa che ci viene confermata dal finale - veramente sconfortante in quanto a banalità.

VOTO: 4/10

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