lunedì 20 agosto 2012

Demoni - Recensione


Demoni di Lamberto Bava - Genere: horror - Italia, 1985

Un gruppo di persone riceve un invito per un nuovo cinema, il "Metropol". Lo spettacolo proiettato è un film dell'orrore. La situazione precipita inesorabilmente quando gli eventi del film cominciano a realizzarsi e ai malcapitati risulta impossibile uscire dal cinema...

Lamberto Bava (figlio del più noto regista Mario) collabora con Dario Argento in questo film degli anni Ottanta e con altri maestri del genere. Il risultato dovrebbe essere promettente, siamo nel periodo d'oro di Argento che - invece - ora è decisamente finito. Le premesse quindi, sulla carta, ci sono tutte ma il prodotto finale è qualcosa di veramente imbarazzante, forse ai livelli de La Terza madre, tragico epilogo della carriera di Argento, consegnato ai posteri non più di qualche anno fa. 
Anche considerando che questo è un titolo degli anni Ottanta e tenuto conto di quale fosse il canone estetico per i film di genere dell'epoca, il nostro giudizio non può che essere impietoso. Eppure l'idea di impedire l'uscita da un luogo pubblico come un cinema non è malvagia, anche considerando che un genio come Bunuel ha realizzato uno dei suoi capolavori (L'angelo sterminatore) proprio su questo concetto.

Si può sorvolare sulla qualità del make-up demoniaco, che prevede artigli e denti da belva e la copiosa produzione di un qualche strano liquido color colluttorio dalla bocca degli indemoniati; dopotutto siamo negli anni Ottanta e anche in un film discreto come Suspiria Argento ha dimostrato di non avere un ottimo rapporto con gli effetti speciali. Passi allora questo.
La mancanza assoluta di una struttura narrativa però si mostra nella sua drammaticità fin dai primi minuti, inquadrature lente e pesanti si susseguono senza ritmo, non c'è costruzione dell'immagine e il risultato è un effetto di noia generalizzato (il che - va da sé - non è certo l'obiettivo di un film horror). Per compensare questa assoluta tabula rasa il regista inserisce a pettine e in continuazione delle sequenze di una banalità sconfortante dove gli attori, ben lontani dall'aver svolto con dovizia il loro compito, si lanciano in urla e lamenti che sembrano registrati e riprodotti ciclicamente, senza il minimo sforzo di credibilità. 

Anche il montaggio e i rapporti fra le immagini sono anonimi, privi non solo di qualsiasi ricerca estetica ma anche della semplice volontà di accondiscendere gli stereotipi del genere. Come ho già ricordato sopra, questo genera una pesantezza che finisce presto con lo stancare anche un amante del genere come il sottoscritto. L'unica eccezione, individuata forse per un eccesso di bontà, una discreta sequenza di campi e controcampi che ci portano dentro e fuori dal film che gli spettatori del cinema stanno guardando (generando un piacevole - ma breve e isolato - coinvolgimento secondario). 
Sufficiente la colonna sonora, ma nulla più: siamo lontani dalla carica ansiogena del jingle di Profondo Rosso.  La stessa cosa valga per i costumi, che tratteggiano un ambiente metropolitano di periferia che sembra uscito da un video di Cindy Lauper. Idea di per sé non originale, e peggiorata ulteriormente dall'inserimento di personaggi alla "50 cent" a metà fra il rapper e il poveraccio ripulito con poco gusto. Tremendo.

In conclusione, un film atroce. Assolutamente sconsigliato, anche e soprattutto agli amanti del genere. Da vedere in compagnia (forse) per farsi due risate, ma nulla di più. Un titolo che fallisce miseramente anche nella soddisfazione dei requisiti minimi di un film di genere.

VOTO: 3/10

2 commenti:

  1. Non credo sia giusto essere così critici su questo film, specie riguardo l'accusa di poca originalità.
    Siamo nel 1985! Molte delle idee su cui si basano i film attuali sono nate proprio in quell'epoca.
    Magari la trama di fondo non è elaboratissima (anzi), ma il ritmo del film riesce comunque a non annoiare.
    Io l'ho trovato un film piacevole, anche (e soprattutto) grazie alle reazioni umane, quasi sempre coerenti: pianti isterici, urla di terrore e gente che si fa prendere dal panico, il tutto mandato quasi in loop. Questo immagino sia ciò che potrebbe succedere se un gruppo di sconosciuti si trovasse murato in un cinema in compagnia di quei mostri.
    Al contrario, ci sono film, anche recenti, in cui i personaggi hanno delle reazioni così sminchiate che ti vien voglia di entrare nel televisore per prenderli a schiaffi (ogni riferimento a Rec3, Rec3 e Rec3 è puramente casuale).

    Le uniche due note dolenti di questo film riguardano la caratterizzazione dei personaggi (capisco il voler usare degli stereotipi, ma c'è un limite!) e...
    ...ogni c***o di volta che vedevi qualcuno di spalle, capivi mezz'ora prima che una volta girato avrebbe avuto l'aspetto di un demone! Questa cosa l'ho trovata ridicola e fin troppo abusata.

    La colonna sonora mi è piaciuta molto. Heavy Metal e sporca, nella scena finale ti fa venir voglia di prendere un joystick e vedere se riesci a prendere il controllo di George mentre decapita demoni con una katana su una moto da cross.

    Bada, non dico che questo è un capolavoro. La notte dei morti viventi di Romero è un capolavoro.
    Questo è solo un film degno di essere visto.

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    1. Ti ringrazio per il tuo commento. Riconsiderando la recensione a posteriori non posso che essere d'accordo con te e riconoscere che il mio giudizio era effettivamente troppo negativo. Di certo non un gran lavoro ma penso di aver esagerato con la stroncatura. Dovrei riconsiderare alcuni giudizi di questo blog ma data la mole di film mi sembra purtroppo impossibile. Per questo ritengo molto importanti i commenti, perché mi danno la possibilità di ripensare anche il mio "lavoro" di critica.

      Grazie milel quindi!

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