Zulema è un'immagrata dominicana che si prostituisce per mantenere il figlio. Caye, anche lei prostituta, è una ragazza spagnola; la famiglia è all'oscuro della sua professione. L'incontro fra le due, all'inizio è piuttosto burrascoso ma poi le porterà a un solido rapporto di amicizia. Si aiuteranno nella speranza di raggiungere una vita migliore.
Film tipicamente spagnolo, anche se piuttosto lontano dalla poetica dell'unico grande regista iberico che il grande pubblico conosce (Almodovar). Una storia sorpendentemente a metà fra la lacrimosa drammaticità e l'ironia (a volte anche un po' volgare), che riesce a risultare comunque apprezzabile, pur non brillando per particolari qualità tecniche.
A rendere il film tutto sommato convincente, e godibile pur nella sua evidente non pretesa di artisticità non sono la trama, piuttosto scontata, né il montaggio che non evidenzia nessun particolare lavoro attorno alla successione degli eventi, né la colonna sonora (pur firmata da Manu Chao).
Sono i personaggi aranoani a risultare il centro propulsivo della vicenda: Zulema, sensuale eppure fragilissima madre, di una bellezza sconvolgente e senza tempo; Caye, riproposizione un po' stereotipica della ragazza simpatica ma non particolarmente bella, ancorché arguta; la madre di Caye (soprattutto lei), affascinante e decadente borghese spagnola, impegnata a negare a sé stessa l'evidente morte del marito. Aranoa da' forma a un mondo composito, che fa risultare piacevole un film che si muove lungo traiettorie ironiche e simpatiche, ma un po' troppo stereotipate.
VOTO: 6.50/10
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